Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il colle di Sant’Elia è di nuovo «sardo»

Fonte: La Nuova Sardegna
25 gennaio 2012

Si è conclusa la procedura della dismissione da parte del ministero della Difesa






CAGLIARI. Il colle di Sant’Elia passa alla Regione entro gennaio. La pratica sarà in due tempi: provvisoria e poi definitiva una volta che il ministero delle Finanze o l’Agenzia del demanio di Roma avranno emanato il decreto. La Regione diventerà proprietaria di 30 ettari che comprendono la torre vicino al faro (questo invece resta ai militari) e il fortino di Sant’Ignazio.
E’ escluso dal trasferimento della proprietà il parco delle antenne cui si accede dal viale Calamosca e i magazzini della Marina militare orientati verso il quartiere di Sant’Elia. Nel pacchetto non c’è la caserma Ederle, pure già indicata come dismissibile. Il problema della dismissione è che la caserma ha tuttora una sua funzione utile al ministero della Difesa, il punto è che le attività lì svolte possono essere ugualmente condotte altrove e bisogna perciò che la Regione offra un luogo alternativo. Probabilmente c’è ed è ancora militare: la caserma Mereu, poco lontano, si trova in piazza San Bartolomeo e di recente è stato rimesso a posto e recintato di nuovo. Tornando a Sant’Elia: il pezzo è molto pregiato, un colle intatto sul mare, già meta di escursioni, conosciuto dai naturalisti per le specie animali e vegetali che lo popolano, probabilmente disseminato di insediamenti archeologici, con il fortino di Sant’Ignazio che risale al Settecento e che dovrà essere consolidato. Il colle è un campo di allenamento per gli scalatori ed è ormai entrato in tutte le escursioni turistiche della città.
Col vicino promontorio della Sella del Diavolo costituisce uno dei complessi naturalistici più importanti della città ed è sempre stato inserito in tutti i progetti di valorizzazione del complesso Molentargius-Poetto. Con queste due luoghi costituisce un unicum, anche se difficile da percepire quando si attraversa l’affollato viale Saline. Che cosa deve diventare il colle una volta tornato nella disponibilità della comunità sarda molto dipenderà dai progetti che il Comune saprà presentare. Ne esiste uno di vecchia data che però mantiene il suo valore: il piano del verde elaborato negli anni Novanta prevedeva un collegamento tra i diversi colli della città attraverso percorsi pedonali, naturalistici, verdi, insomma l’altra faccia del capoluogo che ha mantenuto caratteristiche ambientali rare e apprezzate.
Il colle di Sant’Elia in questo contesto è un pezzo molto pregiato anche perchè attorno non ha la cementificazione di cui soffre il colle di San Michele o l’ex riserva di caccia Monte Urpinu. Insomma l’occasione sul piano urbanistico è grossa, i progetti per il colle finora sono stati sogni, compreso quello di ristrutturare il fortino: il dibattito è sempre stato su due possibilità, lasciarlo com’è o trasformarlo in uno spazio mostre ecc. Intanto però bisogna compiere del tutto il primo passo: assicurarlo alla comunità sarda.