Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Stadio, blitz della Finanza

Fonte: L'Unione Sarda
25 gennaio 2012

Ieri perquisizioni a casa del presidente rossoblù e negli uffici del comune di Elmas
 

Cellino: «Sono sereno, ho chiesto io l'intervento del pm»
Vedi la foto
Doppio blitz della guardia di finanza ieri nella casa del presidente del Cagliari Massimo Cellino e negli uffici del comune di Elmas. Su ordine del pm Emanuele Secci gli uomini del Nucleo Tributario delle fiamme gialle hanno sequestrato carte e documenti relativi all'acquisizione dei terreni di Santa Caterina e al progetto per la realizzazione del nuovo stadio. Al patron del Cagliari è stato notificato il decreto di perquisizione, che vale anche come avviso di garanzia, in cui risulta indagato per concorso in abuso d'ufficio insieme al sindaco di Elmas Valter Piscedda. Cellino è stato inoltre iscritto anche per tentata estorsione nei confronti della Sogaer. Secondo l'ipotesi della magistratura inquirente l'operazione Karalis Arena potrebbe infatti aver avuto come scopo quello di far lievitare i costi dei terreni adiacenti all'aeroporto, così da spuntare un prezzo migliore qualora, un domani, vengano ceduti alla Sogaer che in quell'area intende ampliare lo scalo.
 

PARLA CELLINO «Sono sereno e da tempo ho auspicato l'intervento della magistratura - è stato il commento del presidente rossoblù -, della quale sono totalmente a disposizione per ogni ulteriore chiarimento e acquisizione documentale. Sono certo, conoscendo a menadito tutte le carte, che al termine di questa indagine emergerà che sia io che la Cagliari calcio abbiamo sempre operato nell'alveo della legalità e siamo fin qui stati danneggiati dal comportamento non altrettanto cristallino di chi oggi ci accusa. Tempo al tempo e tutto emergerà nella sua chiarezza». Dello stesso tenore le dichiarazioni del suo legale, l'avvocato Giovanni Cocco. «In questa vicenda il mio assistito è la vittima e non il carnefice, ben vengano le verifiche della magistratura. Siamo pronti a presentarci dal pm e spiegare le nostre ragioni».
 

IL SINDACO DI ELMAS Impossibile invece conoscere il punto di vista del sindaco di Elmas Valter Piscedda, che ieri non rispondeva al telefono e non si è presentato in consiglio comunale, dove si sarebbe dovuto discutere della “variante al Puc in adeguamento al Ppr” che riguarda proprio la questione stadio. Tanto che, al momento di votare l'ordine del giorno, la maggioranza ha lasciato l'aula facendo mancare il numero legale.
 

LE INDAGINI L'inchiesta condotta dal sostituto Secci, aperta sulla base di un esposto della Sogaer, è legata al braccio di ferro attorno alla costruzione della Karalis Arena sui terreni di Santa Caterina, che Cellino ha acquistato nel 2010. La zona è vicina all'aeroporto: stadio, albergo e centro commerciale, secondo Enac e Sogaer, non sono compatibili con decolli e atterraggi. Ma il Cagliari insiste per costruire lo stadio. L'ipotesi di abuso d'ufficio nasce dal fatto che il comune di Elmas ha rilasciato una variante al Piano urbanistico comunale che non terrebbe conto dell'articolo 707 del codice della navigazione. Cosa prevede questa norma? Che gli strumenti urbanistici che insistono su aree a rischio devono conformarsi alle indicazioni dell'Enac. Secondo l'ipotesi al vaglio della Procura, invece, questo problema non sarebbe stato affrontato. C'è poi una questione relativa al rilascio della valutazione d'impatto ambientale da parte della Regione, che è ancora in fase di approfondimento.
IL SECONDO FASCICOLO L'indagine potrebbe inoltre intrecciarsi con un'altra inchiesta, di cui è titolare lo stesso pm Secci, che riguarda invece gli atti con cui erano stati espropriati i terreni di Santa Caterina acquistati solo molti anni dopo da Cellino. Un fascicolo in cui per ora non sono ipotizzati reati, ma che in futuro potrebbe confluire nell'inchiesta principale. Si tratta di vicende risalenti a quasi 40 anni fa per le quali il pm ha affidato alla Guardia di finanza il compito di ricostruire i vari passaggi. Tutto è cominciato nel 1974 con l'esproprio dell'area, proprietà dell'Etfas, in favore della società Santa Caterina che si era impegnata a costruire un ippodromo. In cambio erano stati versati 50 milioni di lire. Poiché il fine di pubblica utilità non era stato perseguito, l'Etfas, nel frattempo diventato Ersat, nel 2002 aveva deciso di rientrare in possesso di quei terreni, 48 ettari, a un prezzo fra i 5 e gli 8 milioni di euro.Ma la delibera non è mai stata attuata e i terreni sono rimasti alla società Santa Caterina.
Massimo Ledda