Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La «Carmen» del Lirico a «Prima della Prima»

Fonte: La Nuova Sardegna
24 gennaio 2012



Oggi e domenica il dietro le quinte dell’allestimento andato in scena al Comunale




GABRIELE BALLOI

CAGLIARI. La «Carmen» del Teatro Lirico di Cagliari a «Prima della Prima». L’ultima produzione del Lirico approda su RaiTre. Parliamo della «Carmen» andata in scena lo scorso dicembre, a cui stanotte ore 01.35, e in replica domenica alle 12.55, sarà dedicata una nuova puntata della trasmissione a cura di Rosaria Bronzetti. Un intero “dietro le quinte”, con la regia televisiva di Angela Landini, mostrerà immagini tratte dalle prove d’orchestra che impegnarono, sul podio del Comunale, il direttore inglese Julia Jones. Vedremo all’opera, in tutti i sensi, anche la stessa regista Marina Bianchi. E sentiremo in alcune interviste le loro voci, nonché quella della protagonista, il mezzosoprano Hadar Halevy.
Un’occasione per capire meglio, per conoscere a fondo un allestimento tutto al femminile, che prometteva molto, ma ha poi diviso l’apprezzamento del pubblico. Una «Carmen» che faceva i conti con limitate risorse, provando a fare di necessità virtù e talvolta riuscendoci, più spesso lasciando un poco delusi o quanto meno perplessi. La Bianchi, che in passato ha affiancato nomi illustri quali Strehler, Nekrosius o Cavani, e dotata indubbiamente di una certa sensibilità artistica, s’è trovata forse con le ali tarpate, e pur con tutte le più buone intenzioni, con la scenografia di Sabrina Cuccu, i costumi curati da Beniamino Fadda e le luci di Giuseppe Di Iorio, non è riuscita comunque ad esprimersi appieno. La sua voleva essere una «Carmen» più che mai umana, realistica e di denuncia. Un tentativo di riscattare la figura della donna che, secondo la regista, nel capolavoro di Georges Bizet viene rappresentata in modo pesantemente stereotipato. E, purtroppo, perfino la bacchetta della Jones non si era rivelata poi così entusiasmante. Una direzione, pure in questo caso, con alcune idee obiettivamente originali e interessanti, ma che nell’insieme risultava pressoché “stanca”, carente qui e là di slancio, di pathos, e con un suono orchestrale troppo spesso contenuto, quasi come timidamente frenato. Il cast, parimenti, non era tra i migliori ospitati dal Lirico ma di medie qualità canore, diciamo pure senza infamia e senza lode.