Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Francesco Ciusa, l'artista che ha scolpito un'Isola

Fonte: L'Unione Sarda
20 gennaio 2012

La strada fra Pirri e Fonsarda
 

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Tra via Ottone Bacaredda e via Riva Villasanta si sviluppa la strada dedicata a Francesco Ciusa, il più grande scultore sardo del primo Novecento.
Ciusa nasce a Nuoro nel 1883, fin da ragazzo dimostra una grande passione per la scultura. Così, la famiglia lo iscrive all'accademia di Belle Arti di Firenze, dove mette subito in mostra il suo talento. Nel 1907 Ciusa, ancora sconosciuto, viene ammesso alla Biennale di Venezia dove presenta la scultura “La madre dell'ucciso”, che ottiene il premio internazionale della scultura: è un trionfo insperato per il giovane scultore, che diventa l'autentica rivelazione di quella mostra. Quell'opera, che rende perfettamente la tragedia e il dolore di una madre, resta un capolavoro dell'arte sarda e il gesso originale è esposto nella Galleria d'Arte Moderna di Cagliari, mentre una copia bronzea è conservata nella Galleria nazionale d'Arte Moderna, a Roma.
La vittoria dello scultore sardo alla Biennale assume maggior valore se si pensa che allora dominava la scultura nudistica di August Rodin, sconfitto senza appello in quella manifestazione dallo sconosciuto isolano.
Lo scultore nuorese viene chiamato nel 1913 a Cagliari per completare il municipio, tra il 1907 e il 1924 realizza diverse opere come “La filatrice”, “Il dormiente”, "Il nomade", "La dolorante anima sarda", "Bontà" e "la Pietà" che riscuotono un buon successo e lo consacrano come un artista di talento.
Nel 1923 apre a Cagliari una manifattura di ceramiche, mentre la sua popolarità nell'Isola viaggia da un capo all'altro, le sue capacità sono riconosciute anche in campo nazionale. Nel 1928 espone ancora alla Biennale di Venezia dove presenta l'opera "L'anfora sarda" che rappresenta in modo surreale una donna nell'atto di bere da una brocca mentre allatta il suo bambino.
Ciusa, tra gli anni '20 e '30, è un artista ricercato, con la sua maestria riesce a mettere in evidenza i problemi sociali della sua Isola che rappresenta con superbe stilizzazioni, capaci di riscuotere sempre ammirazione. Nel 1943 gli viene assegnata la cattedra di disegno della facoltà d'Ingegneria dell'Università di Cagliari. Muore dopo una lunga malattia nel 1949, a Cagliari.
Sergio Atzeni