Associazioni in audizione alla commissione Politiche sociali
 

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Una città che diventa sempre più vecchia: secondo l'Istat, in un lustro, gli anziani sono aumentati di 5, 6 mila unità (per arrivare a quota 23 mila). Impossibile, dunque, non tenere conto delle esigenze di questa categoria. E ieri, per far conoscere i bisogni degli anziani, si sono presentati, all'audizione da parte della commissione Politiche sociali, una cinquantina di rappresentanti delle associazioni che si occupano di terza età.
Sono venute fuori, non poteva essere altrimenti, una serie di proposte. Ma, soprattutto, è emersa una necessità: occorre uscire dallo stereotipo del vecchio che, in un circolo, gioca a carte o guarda la televisione. La terza età vuole sentirsi protagonista nella città e vuole mettere a disposizione il suo bagaglio di conoscenze ed esperienze.
In che modo? Sardegna solidale ha suggerito la creazione di una cabina di regia che eviti la dispersione di energie e iniziative. In pratica, ha tirato le somme il presidente della commissione Fabrizio Rodin, sarebbe necessario ridare vita alla consulta degli anziani. Sarebbe uno dei sistemi per evitare doppioni: capita che le associazioni organizzino iniziative identiche mentre altre non vengono create.
Ovvio che, come è capitato in tutte le audizioni precedenti (anche in quelle di novembre e dicembre della commissione Cultura), le associazioni abbiano richiesto spazi. Ma, in questo caso, gli spazi diventano quasi indispensabili. «Servono», sostiene Gianni Chessa, «centri moderni in tutta la città. A mio modo di vedere, dovrebbero essercene almeno uno ogni 15 mila abitanti». Centri, appunto, nei quali gli anziani non devono soltanto far passare il tempo: loro, hanno affermato i rappresentanti di tutte le associazioni, possono fare proposte, sono in grado di creare e partecipare a iniziative culturali. E anche essere di insegnamento ai più giovani: chi meglio di qualche vecchio può fare da guida, per esempio, alle visite della città?

( mar.co. )