Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Cappellacci ultimo, Zedda spodesta Ganau

Fonte: La Nuova Sardegna
17 gennaio 2012



Presidenti di Provincia: primo De Seneen. Tra i parlamentari brillano Palomba e Scanu



Il sindaco di Cagliari al 2º posto assoluto in Italia, cresce l’apprezzamento per il lavoro dei leader degli enti intermedi

CAGLIARI. Cappellacci è l’ultimo dei governatori. Tra tutti i sindaci italiani il cagliaritano Zedda fa subito il balzo al secondo posto spodestando il sassarese Ganau, che dal quinto gradino scende al settimo. Il primo dei presidenti sardi di Provincia è l’oristanese Massimiliano De Seneen. Sono questi i risultati del sondaggio del Sole.24ore sul consenso dei politici locali. Invece, nel rapporto sulla produttività, tra i parlamentari sardi brilla Palomba.
Il giudizio sui governatori nel 2010. Nel 2009 Ugo Cappellacci, che a febbraio aveva battuto Renato Soru, perse subito il 4,9% dei consensi e si piazzò all’ultimo posto nel sondaggio Ipr Marketing per il Sole 24 Ore. Nella nuova rilevazione sull’attività svolta nel 2010, pubblicata ieri, il presidente della Regione sarda ha perso un altro punto in percentuale, restano in coda assieme all’amico di partito, l’abruzzese Roberto Chiodi. Guarda caso, i due governatori scelti e sostenuti personalmente dall’allora premier Silvio Berlusconi sono riusciti a ottenere i voti ma poi sono subito scesi nel gradimento. Ieri Cappellacci ha fatto ricorso alla fiaba di Biancaneve per commentare il risultato: «Penso a risolvere i problemi e non allo specchio delle mie brame». Tra gli altri governatori, stando al sondaggio fatto da settembre a dicembre su un campione di duemila elettori in ogni regione, rispetto all’anno precedente hanno perso consenso in undici. Il risultato migliore (con un +7%) lo ha fatto registrare il siciliano Raffaele Lombardo: lui è stato premiato dagli scontri nella maggioranza che lo aveva eletto e dal rivendicazionismo nei confronti dello Stato centrale, cosa che al momento non è riuscita a Ugo Cappellacci.
Zedda primo amministratore locale sardo. Nel sondaggio 2011 sul 2010 (il campione è di 600 elettori in ogni Comune) il più gradito in assoluto tra tutti gli amministratori locali sardi era risultato Gianfranco Ganau, che quest’anno è stato invece spodestato dal new entry Massimo Zedda, subito balzato al secondo posto in Italia dietro la superstar napoletana Luigi De Magistris. Per il sindaco di Cagliari, eletto sette mesi fa, è possibile solo il raffronto sul dato elettorale: un +6% che sempre promuovere le sue prime mosse. L’esponente di Sel, in sostanza, ha continuato a conquistare gradimento anche presso l’elettorato di centrodestra. Ganau (Pd) ha perso due posizioni, passando dal quinto al settimo posto assoluto: un calo di 4 punti sul 2010 e di 5,9 rispetto alle elezioni. Il sindaco di Sassari mantiene comunque un consenso del 60 per cento: in tempi di crisi è forse un record per chi amministra da sette anni. Tra i sindaci sardi c’è un’ottima posizione anche per Giuseppe Casti (Carbonia) che però perde 4,4 punti sulle elezioni e c’è un lento ma costante progresso del nuorese Alessandro Bianchi (anch’egli del Pd) che era partito al ventiseiesimo posto ed è ora al diciottesimo. Non positivo, in apparenza, il dato dell’olbiese Gianni Giovannelli: ha tenuto (-0,4%) sulle elezioni del 2011 a capo del centrosinistra, ma ha 3 punti sul 2010, quando governava una più ampia anche se litigiosissima maggioranza di centrodestra. Nella graduatoria mancano i sindaci di Oristano (il Comune è commissariato), di Iglesias (non è spiegato il motivo dell’esclusione) e dei centri capoluogo con meno di quindicimila abitanti.
Migliorano i presidenti di Provincia. Massimiliano De Seneen (Pdl) si conferma il più gradito tra i presidenti sardi con il 62% di consensi: ha migliarato sia il dato del sondaggio sull’attività nel 2010 sia quello sulle elezioni. E’ all’ottavo posto assoluto in Italia, nonostante gli scontri durissimi nella sua maggioranza oristanese di centrodestra. Secondo tra i sardi è sempre Fulvio Tocco (Pd), leader del Medio Campidano: è cresciuto di due punti ed è passato dal quarantaquattresimo al trentasettesimo posto. Grazie al salto in avanti del gallurese Fedele Sanciu (Pdl), salito di due punti e di oltre dieci posizioni, ora sono «solo» cinque i sardi oltre il 70º posto. Quasi un riscatto per gli enti intermedi minacciati di chiusura. In calo la sassarese Alessandra Giudici, penultima prima dell’ogliastrino Bruno Pilia. Per i presidenti il sondaggio era su 800 elettori nell’intero territorio provinciale.
Tre sardi fra i primi 80 deputati. Ed eccoci al rapporto dell’associazione OpenPolis, che ha aggiornato le pagelle sulla produttività dei parlamentari. Il metodo di valutazione è complesso: incrocia i numeri delle presenze, delle interrogazioni, delle proposte di legge, degli interventi in aula e in commissione, eccetera. Come l’anno scorso, il più produttivo dei deputati isolani è risultato Federico Palomba (Idv), al diciottesimo posto assoluto. Precede Salvatore Cicu, vice capogruppo del Pdl, che è al numero 44, e la deputata del Pd Amalia Schirru, al numero 79. L’ultimo tra gli eletti nell’isola è Pietro Testoni (Pdl). Ci sono anche dati curiosi. Ad esempio: terz’ultimo per produttività è Paolo Vella, che però ha fatto registrare appena lo 0,2% di assenze nelle votazioni in aula (è uno dei più presenti in assoluto a Montecitorio).
Brillano di meno i senatori eletti nell’isola. Il più produttivo tra i sardi è risultato l’olbiese Giampiero Scanu, che precede di quattro posizioni Fedele Sanciu, anch’egli gallurese. Nel calcolo del lavoro svolto a Palazzo Madama, i sardi non risultano aver brillato, se si pensa che Scanu è solo al numero 141. Meglio di loro hanno fatto due non sardi (e per questo contestati) eletti nell’isola: Filippo Saltamartini (Pdl) è al posto 55, Luciana Sbarbati (candidata dal centrosinistra e ora nell’Udc), è al posto numero 100. Ultimo tra i sardi è, nel rapporto OpenPolis, il più prestigioso, Beppe Pisanu (Pdl), presidente della commissione Antimafia. Il calcolo della produttività, evidentemente, non contempla il lavoro svolto in istituzioni che non producono atti legislativi ma che svolgono un importante lavoro politico-istituzionale.