Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il pubblico ha diritto di godersi lo spettacolo

Fonte: L'Unione Sarda
17 gennaio 2012

L'opinione
 

di Enrico Pilia
Intorno allo stadio si sta consumando un'altra farsa. Il tempio locale del pallone sta cadendo a pezzi - gli ultimi, per fortuna, non hanno centrato nessuno - e ancora ci si interroga su come e quando effettuare i lavori. Per tre giorni, la settimana scorsa, lo stadio è rimasto aperto in attesa che qualcuno, inviato dal Comune, avviasse l'operazione-agibilità, quei lavori necessari a riaprire, anche legalmente, l'impianto per le manifestazioni sportive. Il Sant'Elia “lavora” in deroga, come quasi tutti i principali campi sportivi della Sardegna. Significa che l'allarme lanciato dal prefetto un mese fa («Chiudo lo stadio, non è sicuro») ha poi trovato riscontro nelle ultime decisioni della commissione provinciale che si occupa degli spettacoli pubblici.
Ci sono quindicimila persone (potrebbero essere diecimila in più) che vogliono andare a vedere la partite in un luogo sicuro, comodo, possibilmente un contenitore dove passare serenamente qualche ora, la domenica. Queste persone, che non sono necessariamente tifosi ma anche semplici appassionati, hanno diritto al rispetto. Hanno diritto di pretendere che la politica, con l'imprenditoria privata, creino tutte le condizioni per garantire, una volta ogni quindici giorni, uno spettacolo sicuro. Con questo scenario, non è possibile che il calcio, a Cagliari, viva una stagione di tranquillità. Fra la società e il Comune ci si guarda in cagnesco, dopo quel bollettino da un milione e 800 mila euro spedito da via Roma. Il Cagliari e la società che controlla l'aeroporto sono in causa. Tutte strade senza uscita. Con una certezza: un altro come Massimo Cellino non lo trovi facilmente.