Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Anche i ricchi piangono: accuse dei notai

Fonte: L'Unione Sarda
16 gennaio 2012

«Affari in calo del 40%»
 

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«Non è assolutamente detto che aumentando il numero di quanti esercitano si crei un vantaggio sul costo delle prestazioni». Parola di notaio. Roberto Onano, delegato per la comunicazione del Consiglio notarile distrettuale di Cagliari ha seri dubbi sui reali vantaggi del progetto di liberalizzazione che il governo avrebbe in mente di varare per gli studi notarili. «Sino a ora è esistito un tariffario», chiarisce Onano, «che viene stabilito con un decreto del ministero della Giustizia. A parere del notariato, siccome il nostro lavoro si basa comunque su una prestazione intellettuale, i costi non possono essere quantificati esclusivamente dal punto di vista commerciale». Insomma, dietro ogni singolo atto non c'è semplicemente una procedura d'ufficio burocratica, ma un bagaglio di studio e di professionalità che garantisce le tre parti: acquirente, compratore e Stato.
«La bozza teorica che sta circolando», sostiene il notaio, «prevedrebbe 500 posti in più quest'anno e altrettanti il prossimo anno. La nostra posizione, conforme con quella del Consiglio nazionale, non è di chiusura alle liberalizzazioni, ma assolutamente critica verso questa proposta». E chi dall'esterno considera i notai come la casta di professionisti più pagata che vive nel lusso, rischia di non vedere tutto il sistema di lavoro che ruota attorno agli studi notarili. «A seguito della crisi», dice Onano, «c'è stato in tutto il Paese un calo di lavoro del 40 per cento. A Cagliari è persino peggio, con una media superiore. Diversi studi sono stati costretti a licenziare personale e, cosa che non era mai successa prima nella storia, c'è stato anche un ricorso alla cassa integrazione. Questo perché il mercato immobiliare, che rappresenta il 70, 80 per cento degli atti, è in forte sofferenza: in città i prezzi sono rimasti abbastanza alti e chi vuole acquistare non ha più il supporto delle banche». E sulla riforma. «Al momento, almeno secondo l'ultima versione del decreto Tremonti per lo sviluppo», conclude, «la regola che sembra radicarsi è quella di concordare a seconda dell'incarico un preventivo sulla prestazione che deve essere sottoscritto come se fosse un vero e proprio mandato». In questo mondo, comunque, le parti possono rivolgersi al notaio che pratica il prezzo minore.
Francesco Pinna