Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

I nomi scomodi del fascismo

Fonte: Sardegna Quotidiano
9 gennaio 2012

La polemica

 

IL DIBATTITO Restano inconciliabili le posizioni della sinistra e della destra sul cambio di toponomastica proposto in Comune, tra chi difende Endrich e chi invoca onore per gli antifascisti

«Senatore. Fu un apprezzato podestà della città di Cagliari dal 1928 al 1934». Così il sito del Comune di Cagliari definisce l’avvocato Enrico Endrich, a cui è stato dedicato il Terrapieno di viale Regina Elena. Ora undici consiglieri della nuova maggioranza in Consiglio comunale chiedono che dalle strade cittadine spariscano i riferimenti al fascismo. Ma il revisionismo toponomastico divide. «Non condivido questa loro idea: non si può cancellare la storia - commenta Edoardo Usai, ex vice sindaco e già segretario regionale dell’Msi - noi non abbiamo mai pensato di modificare piazza Gramsci e via Berlinguer (una stradina di Barracca Manna, ndr.). Per cambiare una targa ci vogliono cinque minuti, ma perché non ci dicono che progetti hanno per la città? La toponomastica non interessa ai cagliaritani che piuttosto vogliono sapere se si farà la moschea, dove, e con quali soldi». VISIONI CONTRAPPOSTE Sul fascismo e sul valore della toponomastica il capogruppo di Sel in Consiglio comunale ha una visione leggermente diversa. «È intollerabile che una città come Cagliari dedichi vie ad alti dirigenti locali del fascismo - attacca Sergio Mascia - come gruppo di Sel presenteremo un emendamento per modificare il regolamento e evitare che possa accadere ancora in futuro. Non propongo di modificare i nomi, ma mi hanno sempre sorpreso anche le strade dedicate ai re durante l’epoca repubblicana, come se avessero mai mostrato un qualche sentimento positivo per la città...». Dal partito di Fini arriva una difesa a spada tratta della figura di Enrico Endrich. «Personalmente non sono certo nostalgico di un passato che non ho vissuto e che in gran parte non mi appartiene - ha commentato Riccardo Lo Monaco, coordinatore cittadino di Futuro e libertà - ed è proprio per questo che mi permetto di difendere con ancora più forza la piazza dedicata al primo deputato della Repubblica italiana che nel 1955, quando la Camera approvò l’istituzione dell’assegno vitalizio per i parlamentari, si dimise pronunciando le seguenti parole all’indirizzo dell’allora Presidente Gronchi: “Onorevole presidente, il concedere la pensione ai senatori e ai deputati equivale ad affermare il principio della professionalità della funzione parlamentare. Poiché non mi sento di accettare tale principio, rassegno le dimissioni da deputato». Tra i firmatari della mozione che chiede di cancellare i riferimenti al fascismo dai nomi delle strade c’è anche Clau - dio Cugusi. «L’avevo già presentata nella scorsa consiliatura ed era stata bocciata, ovviamente ho subito firmato di nuovo - spiega il consigliere comunale del Pd - sarebbe giusto ribattezzare i nomi che celebrano la memoria fascista, fermo restando che non si deve provocare disagio a chi ci abita perché un provvedimento di questo tipo creerebbe tanti problemi ai cittadini. Ma nei camminamenti senza numero civico questi effetti non ci sarebbero e si può fare». La questione toponomastica non è considerata primaria da tutti. «Evidentemente quando si devìa sul sentiero dell’ideologia vuol dire che sono poche le idee per l’amministrazione - commenta l’ex consigliere comunale Pdl Alessandro Serra - tra l’altro rispetto la figura di Endrich che, ricordo, è stato eletto anche in piena democrazia, pure in Consiglio comunale. Siamo stati noi, come gruppo di An, a proporre di dedicare a una via a Falcone e Borsellino, due figure che uniscono ed è ben diverso perché risollevare contrapposizioni anacronistiche è da irresponsabili». Ma il fascismo è un ricordo ancora vivo nella mente di chi ricorda i partigiani. «La Sardegna ha avuto le sue vittime a causa del fascismo e sarebbe giusto togliere il riconoscimento che è stato ingiustamente elevato ad alcune persone, che non avrebbero meritato grandi onori - spiega il presidente provinciale dell’Anpi Francesco Pranteddu - nella toponomastica non c’è il ricordo della guerra di liberazione nazionale, in città non c’è nessun riconoscimento per un popolo che si è immolato per l’Italia né un giusto riconoscimento per l’antifa - scismo».

Marcello Zasso