Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Pronti ad aprire di notte»

Fonte: L'Unione Sarda
4 gennaio 2012

COMMERCIO. L'assessore Crisponi contrario al decreto del governo Monti

Liberalizzazioni, la grande distribuzione approva

La grande distribuzione esulta: «La liberalizzazione degli orari e dei giorni di apertura delle attività commerciali è un'occasione per tutti, soprattutto per i consumatori». Ma il decreto del Governo fa felice anche un precursore come Stefano Orefice, titolare di un pub a Cagliari: «Apro la notte da 20 anni. Finalmente hanno deciso di lasciarci liberi». Chi scuote la testa, così come hanno già fatto Confcommercio e Confesercenti, è la Regione: «Comprendiamo le ragioni del decreto, ma esprimiamo preoccupazione e contrarietà», attacca l'assessore regionale al Commercio, Luigi Crisponi.
I SUPERMERCATI «É giusto lasciare la libertà di scegliere quando aprire e chiudere agli imprenditori e quindi ai commercianti». Antonello Murgia, gruppo Pan e delegato provinciale di Federdistribuzione, accoglie così il decreto. «Decideremo, anche per Cagliari, volta per volta quali punti vendita lasciare aperti magari fino alle 22 o alle 23», anticipa. Michele Orlandi, numero uno di Conad Sardegna, è soddisfatto: «Gioverà al commercio e ai consumi. Anche il nostro gruppo deciderà dove eventualmente estendere l'orario o organizzare aperture le domeniche e i giorni festivi». Per Orlandi la decisione del Governo va nella direzione di grandi Paesi come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti: «Speriamo che la liberalizzazione venga estesa anche al settore dei carburanti e dei parafarmaci». Commento positivo anche da parte di Fabrizio Colombo, direttore di Supermercati Gieffe: «È un'opportunità da valutare. Applicata ad alcuni punti vendita, in determinate zone e dopo attenti studi, potrebbe essere utile». Anche su Cagliari? «Potrebbe esserci il tanto per allungare gli orari di apertura».
IL PRECURSORE In città c'è chi ha iniziato da tempo. «Apro la notte da vent'anni», spiega Stefano Orefice, titolare del Ribot Pub di piazza Michelangelo. «In un Paese democratico è giusto lasciare liberi i commercianti di fare quello che vogliono». Ma come ha fatto il gestore in tutti questi anni? Il Comune di Cagliari indica l'orario di chiusura. Non quello di apertura. «Verso mezzanotte», fa sapere Orefice, «chiudo cassa e conti. Poi dopo un po' riapro». E i clienti? «Prima erano numerosi. Lavoratori notturni, forze dell'ordine, coppiette in cerca di qualcosa da mangiare e anche qualche sbandato. Ora la crisi ha ridotto il movimento. Così verso le 6 chiudo». La Regione si prepara a recepire la norma: «Non possiamo fare diversamente», evidenzia l'assessore Crisponi, «ferme restando le valutazioni di carattere legale in corso. Riteniamo che la norma mal si adatti alla situazione strutturale e congiunturale del comparto in Sardegna. É un grave danno per i piccoli negozi e le botteghe».
Matteo Vercelli