Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ottant'anni, 4 figli a carico

Fonte: L'Unione Sarda
19 dicembre 2011

Le difficoltà di una donna che vive con una pensione da 585 euro al mese

Costretta a chiedere le medicine alla Croce Rossa

Pasquala ha ottant'anni e mai si sarebbe sognata di dover chiedere un aiuto economico. L'ha fatto giovedì scorso bussando per la prima volta alla porta della Croce rossa in viale Merello. Mica per tanto, ha chiesto, e ottenuto, un medicinale, che la Asl non rimborsa, necessario al figlio di 42 anni per combattere crisi respiratorie. Costa 20 euro al mese, troppi per una donna che vive con quattro figli di oltre 40 anni, tutti disoccupati, e che quando lei e la pensione non ci saranno più non avranno più alcun sostentamento.
ORDINARIA DISPERAZIONE Pasquala è alta come sono alte le donne sarde di quel periodo. Le mani callose e le rughe che tagliano le guance raccontano di una vita passata «in campagna e a servizio delle famiglie ricche di Cagliari». È vedova, ma il marito lo aveva lasciato a Sardara per andare a vivere in una casa popolare di Mulinu Becciu. «Ora non lo rifarei, non ne è valsa la pena». Si arrangia come può, con 585 euro di pensione tutto il peso della famiglia è sulle sue spalle. Una storia che ha la povertà come comune denominatore con le altre migliaia e che i volontari della Croce rossa cercano di rendere meno dura, soprattutto ora che l'aria natalizia aumenta il senso di solitudine e disperazione.
AIUTO SOLITARIO Mami Tomassini Barbarossa è il presidente del Comitato femminile della Croce rossa. È a capo di un esercito di 120 volontari sparsi su tutta la provincia. «Offriamo assistenza a 4 mila persone, tra loro 600 bimbi. Mettiamo a disposizione viveri, medicinali, vestiario, medicinali. Tutto dipende da quanto riusciamo a raccogliere con le nostre iniziative: tornei di carte, mercatini serata di gala». Ogni giorno è peggiore del precedente. «I numeri dei bisognosi crescono in modo terrificante, soprattutto quelli di chi senza uno straccio di lavoro vive con la pensione dei genitori». Cifre basse, neanche sufficienti per pagare l'energia elettrica. «Per illuminare le stanze usano le candele».
«Sono una grazia di Dio», ci rispondono i ragazzi che hanno figli piccoli. «Di fronte a queste parole non possiamo replicare». La povertà non fa distinzione di razza o nazionalità. «Sono in aumento gli extracomunitari e spesso capita che pachistani, indiani e tunisini chiedano aiuto. Insomma, ne sentiamo di tutti i colori. Storie tanto dure che la notte è difficile dormire». Mami Tomassini Barbarossa lancia un appello. «Regione, Provincia e Comune ci diano una mano, non abbiamo altro interesse se non aiutare i meno fortunati».
ATTENTI AGLI IMPOSTORI In questi giorni alcune persone bussano per le case spacciandosi per operatori Cri. La Croce rossa italiana comunica che non sono attive raccolte di fondi, viveri o vestiario porta a porta o attraverso i Comuni. In questi casi contattate le sedi Provinciali e informate le Forze dell'ordine.
Andrea Artizzu

 

Convegno
La crisi
e le difficoltà
del sistema
capitalistico
Il liberismo o le teorie economiche di Marx? Il capitalismo e la crisi secondo Maurizio Donato. Se n'è parlato ieri nell'aula magna di Scienze Politiche, dove il docente universitario dell'Università di Teramo, invitato dalle associazioni Linea Gotica e Don Chisciotte ha esposto il suo pensiero sui tagli alla spesa pubblica e sul debito italiano, partendo dalla grave crisi economica. Teorie applicabili anche per Cagliari: si punta ad annullare la sovraproduzione lì dove appare inutile produrre ancora, e dove a sacrificarsi sono soprattutto i lavoratori. Secondo Donato sono speculazioni e bolle finanziarie a mettere in crisi mercati, politica e governi: «Una responsabilità riconducibile alle scelte fatte in chiave europea», afferma Donato, «non sempre credo sia giusto eseguire i diktat imposti dalla Banca centrale europea. A pagare sono i lavoratori. Innovazione e meccanizzazione non servono. Solo il lavoro umano crea valore, ma qui la preoccupazione più grande è quella di annullare il debito con l'Europa o di creare plus valore. Non di valorizzare il lavoro dell'uomo». (fe. fo.)