Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Tar Palaghiaccio fantasma «Gravi colpe del Comune»

Fonte: Sardegna Quotidiano
14 dicembre 2011

IL BUNKER Un imprenditore in causa con il Municipio dal 1973, opera mai realizzata: un perito per valutare i danni di Marcello Zasso marcello. zasso@ sardegnaquotidiano. it nNon è mai riuscito ad espugnare il bunker. Francesco Atzori da emigrato ha deciso di tornare nell’Isola e avviare un’attività imprenditoriale innovativa: voleva trasformare un bunker di Monte Mixi in un palaghiaccio. Un sogno rimasto nel cassetto. Il «grave inadempimento» del Comune ha portato, dopo 38 anni, alla risoluzione del contratto-convenzione. Due giorni prima che il Cagliari di Riva superasse 2-1 la Juventus di Altafini al Sant ’Elia, Atzori firmava il suo contratto col Comune: l’attuale sindaco di Cagliari non era ancora nato.

TUTTO INIZIÒ NEL 1973 Era il 21 dicembre del 1973 e il progetto di massima era già stato approvato dalla commissione Edilizia sei mesi prima. L’idea innovativa di trasformare il bunker in una struttura turistico- sportiva ricevette l’ok, poi cominciarono i problemi. Atzori dal 1974 ha iniziato la battaglia contro l’inefficenza della pubblica amministrazione. Anni di silenzio da parte del Comune, seguiti da altre proposte, variazioni di progetto fino al cambio di destinazione: non più il bunker vicino a Sa Carapigna, ma quello che si affaccia sull’ex campo da calcio dei Vigili urbani, ora campi Verderame. Atzori a ottobre del 2011 ha visto, in parte, premiati i suoi sforzi grazie alla «sentenza non definitiva» del Tar che definisce il comportamento del Comune come «grave inadempimento». Così spiega la sentenza: «Oltre a non aver mai consentito al concessionario lo svolgimento dell’attività prevista, l’Amministrazione ha alternato momenti di “inerzia pura” (durante i quali, cioè non forniva alcun risposta ai ripetuti solleciti della controparte) ad altri in cui la invitava a nuove e sempre diverse attività asseritamente prodromiche al proprio adempimento, costringendola così a sostenere spese ulteriori e a modificare i propri progetti imprenditoriali, senza tuttavia mai consentirgli il concreto utilizzo del bene in concessione». Le volontà imprenditoriali di Atzori per una Cagliari che cresceva a vista d’occhio non sono mai state sostenute dal Comune, anzi. Nell’84 Atzori presentò anche un ricorso straordinario al Capo dello Stato (Sandro Pertini) ma ci vollero due anni perché il presidente (nel frattempo era subentrato Francesco Cossiga) rispondesse che la competenza spettava al giudice ordinario. Dopo anni di silenzi e rinvii da parte dell’Amministrazione comunale nel ‘96 arrivò la richiesta di modificare il progetto e la convenzione «dato il decorso del tempo» e nel 1998 fu presentato il nuovo progetto. La concessione sarebbe dovuta durare 29 anni dal momento in cui Atzori entrava in possesso della struttura. Dopo altre trafile burocratiche il 10 luglio del 2000 scattò la convenzione vera e propria, ma sei mesi dopo il Comune sospese l’esame dei progetti e propose di spostare l’intervento sull’altro bunker, quello di via Rolando.

Nel 2002 arrivò la richiesta formale di cambiare bunker. Ma la Soprintendenza definì l’iniziativa incompatibile con «l’esempio di architettura bellica ». La battaglia burocatica sfociò in un’azione giudiziaria nel 2004, ma cinque anni dopo il Tribunale ha declinato la sua giurisdizione. E Atzori si è rivolto al Tar. «Che ha riconosciuto la risoluzione del contratto, sottolineando le gravi colpe del Comune - spiega l’avvocato Silvana Congiu - e nominato un consulente tecnico per quantificare il danno e il calcolo delle somme già versate». Dopo 38 anni per Atzori, che adesso ha 75 anni, è arrivata la svolta. «Nel frattempo la pista del ghiaccio è stata aperta da un’altra parte da altri e lui, dopo aver speso inutilmente i suoi risparmi lottando contro l’inefficenza pubblica, ha lasciato nuovamente la Sardegna », conclude l’avvocato.