Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

L’ente affoga nei debiti e non incassa le bollette

Fonte: Sardegna Quotidiano
14 dicembre 2011

CONTI IN ROSSO

  Deve 738 milioni di euro. È questo l’ammontare dei debiti di Abbanoa, certificati al 30 giugno 2011. Una voragine che aumenta al ritmo di 40 milioni ogni sei mesi al 31 dicembre 2010 i debiti toccavano quota 698 milioni). Basterebbero queste poche cifre per rendere conto del precario stato di salute in cui versa il bilancio della più grossa società della Sardegna. Se poi si aggiunge che Abbanoa è una società pubblica, gestore unico del sistema idrico di tutta l’Isola, che è nata dalla fusione di quattro società che contavano sull’opera di 1500 lavoratori precari più 780 di ruolo, e che con 750 mila clienti è riuscita a chiudere il 2010 con un passivo di 12,5 milioni di euro (a ottobre 2011 erano già 10 milioni), è difficile trovare una cura, o meglio un finanziatore a perdere, capace di salvarla. Come se non bastasse gli istituti di credito, per Abbanoa, hanno chiuso i cordoni della borsa già da un paio di anni. Oggi, appuntamento alle 9 e 30 all’Hotel Mediterraneo, l’assemblea dei soci (342 Comuni più la Regione) è chiamata a capitalizzare la società versando nelle casse qualcosa come 150 milioni di euro. LA CAPITALIZZAZIONE L’ossigenazione delle casse con l’apporto di denari freschi scuciti dai soci, è prevista dal Piano industriale “ponte ” approvato nel 2007, che prevede una capitalizzazione societaria per un totale di 180 milioni e 235 mila euro, così suddivisa: 116, 235 milioni entro il 2010, 14 nel 2011 e 50 per il 2012. Finora nelle casse della società dell’acqua sono entrati appena 19 milioni di euro, frutto di una prima fase di capitalizzazione, ed è in corso una seconda per 14 milioni. Mancano all’appello 96,235 milioni, oltre ai 50 attesi per il 2012. La Regione con la finanziaria ha destinato 50 milioni l’anno, per tre anni ad Abbanoa, ma davanti alla marea di debiti, l’impegno dell’amministrazione regionale appare come una goccia d’acqua. I DEBITI Banche, fornitori e le ditte che hanno in conduzione i depuratori e gli impianti di sollevamento, tengono il fiato sul collo di Abbanoa. La società Opere pubbliche Spa, ha perfino messo in mora Abbanoa rivendicando il pagamento di fatture scadute per un totale di 852.434,62 euro, a fronte di un credito totale di oltre 2 milioni. Se Abbanoa non estinguerà il debito entro il 24 dicembre, Opere Pubbliche rescinderà il contratto e lascerà nelle mani dell’ente la conduzione degli impianti di depurazione del sud Sardegna. L’indebitamento verso le banche resta la voce più preoccupante: nel bilancio del 2010 su 698 milioni di debiti, 177 erano destinati proprio agli istituti di credito. Poi ci sono i 213 milioni di debiti verso i fornitori, e la restante parte dei quasi 700 milioni rappresenta il debito verso gli enti pubblici.

I CREDITI Sembrerà strano ma davanti a un tale dissesto finanziario, Abbanoa può portare a sua parziale discolpa due dati: il primo è di essere nata con un peccato originale di 154 milioni di debiti, ereditati dalle società che si sono fuse nel gestore unico; il secondo dato riguarda i crediti che Abbanoa può esibire. La società dell’ac - qua deve incassare dai suoi debitori circa 580 milioni di euro. Di questi però più o meno 200 sono ancora da fatturare. La difficoltà maggiore che l’ente ha dovuto affrontare all’incas - so, è stata quella di non avere una mappa completa e aggiornata dei suoi clienti. In pratica Abbanoa si è trovata a fornire l’acqua e i servizi idrici a tutta la Sardegna, senza avere la possibilità di chiedere a tutti gli utenti il pagamento di questi servizi. tro i 100 milioni del 2008. Così si è creata una situazione di scarsa liquidità che oltre a paralizzare l’attività di Abbanoa, ha messo in ginocchio decine di aziende esterne che lavorano per l’ente. Vincenzo Garofalo