Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Stampace, buche e disagi

Fonte: L'Unione Sarda
5 dicembre 2011

Problemi in piazza Yenne e nelle vie Ospedale, Mameli, Portoscalas e Sant'Ignazio
 

Asfalto rovinato in gran parte delle strade del rione
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Chi ci abita, afferma sicuro che le strade di quel rione sono le peggiori di tutta la città. Un primato difficile da assegnare, considerato che gran parte delle strade cagliaritane non sono messe molto bene. Ma non c'è dubbio che a Stampace, praticamente ovunque, l'asfalto è davvero in condizioni precarie e si fa ancora poco per provvedere alla manutenzione.
STAMPACE ALTO Partendo dalla parte più alta del quartiere, ci sono alcune vie molto trafficate che da tempo non vengono rimesse a posto. A partire da piazza Yenne, dove le radici degli alberi hanno completamente deformato l'asfalto in alcuni punti, ma anche in via san Giorgio, via Ospedale (dove il lastricato è in condizioni pietose), e nelle vie Tigellio e Sant'Ignazio, dove ogni giorno passano in auto e a piedi migliaia di studenti e che quindi dovrebbe ricevere un trattamento particolare.
Situazione difficoltosa anche in viale Merello, proprio al confine del quartiere storico, una delle strade più importanti della città: qui è difficile trovare punti della carreggiata in buone condizioni. Infine via Portoscalas, storica strada del rione, forse è quella messa peggio di tutte.
STAMPACE BASSO Se nella zona alta del quartiere si piange, in quella bassa, forse ancora più frequentata da auto, motocicli e pedoni, di sicuro non si ride. Carreggiate in pessime condizioni nella vie Caprera, Maddalena e Sassari. Anche in due arterie fondamentali come viale Trieste e via Mameli, dove ogni giorno passano migliaia di auto, è pieno di punti dove il transito è pericoloso. Un'altra zona particolarmente disastrata è quella in corrispondenza dell'incrocio tra via Carloforte e via XXIX Novembre 1847, dove c'è una vera e propria voragine. Situazione precaria anche in via Crispi e via Giovanni Maria Angioy, anche se in queste ultime due strade la situazione è leggermente migliore rispetto a quella delle altre vie del quartiere.
A PIEDI Un discorso a parte lo merita vico Carlo Felice, una strada che in teoria, seppur non perfetta, è senza dubbio messa molto meglio delle altre. L'unico problema è rappresentato dal fatto che quella è un'area dove possono passare esclusivamente i pedoni, ma alcune zone della stradina, che sono rovinate, sono off-limits per un disabile in carrozzella.
LE MIGLIORI Non sono di certo in condizioni perfette, ma via Azuni e via Pola sono fra le strade migliori nell'intero rione. Soprattutto nella strada di Stampace alto, infatti, da poco sono stati eseguiti alcuni lavori per cercare di rimettere a posto la carreggiata e per ora la differenza con molte delle altre vie del rione è evidente.
LA TESTIMONIANZA Giovanni Troja, presidente dell'associazione “Cuccurus Cottus Stampace”, storico abitante del rione storico, non ne può più di vivere in un quartiere in queste condizioni: «La verità è che alcune zone di Stampace ormai sarebbero da chiudere e rifare totalmente - spiega con un pizzico di rammarico - il problema è che il Comune ha sempre fatto poco per rimettere a posto le strade di questo quartiere, sia in passato che adesso non ho visto grandi interventi da parte dell'amministrazione».
Poi prosegue: «A mio avviso andrebbe fatto un piano a lungo termine, per cercare di risolvere i problemi di queste zone alla base e in modo che i risultati possano durare nel tempo».
Lo scorso luglio proprio a Stampace è andata in scena una delle manifestazioni che ha riscosso maggiore successo in città quest'anno, il “Cuccurus Cottus”. Migliaia di cagliaritani e turisti (italiani e stranieri) hanno affollato le stradine del rione fino a tarda notte per assaggiare i muggini arrosto ( sa lissa ) e i maccarronis alla campidanese, offerti dai membri dell'associazione guidata da Troja: «Incredibile ma vero - rivela lo stampacino - in quell'occasione abbiamo avuto addirittura problemi a sistemare il palco, in quanto le strade erano talmente malmesse che quasi quasi non riuscivamo a montare l'attrezzatura in modo corretto».
Piercarlo Cicero