Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Aiuto, l'Esperia rischia di fallire»

Fonte: L'Unione Sarda
16 settembre 2008

Impianti fatiscenti e molti debiti. Il presidente Branca: il Comune ci deve 60 mila euro 

L'assessore: verificheremo i conti, massima disponibilità
L'associazione sportiva rischia di scomparire per insormontabili difficoltà economiche.
Dopo 60 anni di storia l'Esperia potrebbe chiudere per sempre i battenti. A dare il triste annuncio è il presidente della società Marco Branca. All'origine della profonda crisi, che rischia di far scomparire una delle più antiche e gloriose associazioni sportive di Cagliari, ci sarebbero «insormontabili difficoltà economiche», dovute in primis allo stato di grave degrado in cui versano gli impianti di via Pessagno.
L'Esperia fu fondata nel dicembre del 1948: inizialmente era priva di una sede fisica, successivamente (nel '68) sorse il complesso sportivo di via Pessagno.
GLI IMPIANTI ESTERNI Da allora sono passati 40 anni e oggi gli impianti sono fatiscenti: la pista d'atletica è ormai ridotta a un rudere, con le corsie divelte dalle radici degli alberi; pessime anche le condizioni dei 3 campi da basket all'aperto, dove dal '68 ad oggi hanno palleggiato migliaia di giovani cagliaritani, fieri più che mai di indossare la mitica maglia granata. A preoccupare i dirigenti della società sono soprattutto le strutture che ospitano il campo da basket principale (in gomma) e la piscina indoor.
All'esterno le opere murarie presentano profonde crepe dovute all'incuria (in 40 anni la ristrutturazione non è mai stata effettuata) e internamente la situazione è ugualmente grave. Il tetto del campo da basket è pericolante (alcuni pannelli sono ormai sul punto di staccarsi) mentre il rettangolo di gioco non è a norma: vi si possono disputare al massimo le partite di C2, in quanto le misure del rettangolo e delle vie di fuga sono inferiori a quelle stabilite dalla Federbasket.
CAMPO DA RIFARE Per ovviare al problema la soluzione è solo una: smantellare l'impianto e rifarlo completamente. La piscina, invece, avrebbe bisogno di un intervento di restauro e di nuovi spogliatoi, visto che quelli attuali sono vetusti.
Per ripristinare tutti gli impianti ed evitare la chiusura del complesso servirebbero 750 mila euro - questa la stima del direttore generale dell'Esperia Silvano Balloi - ma i soldi non si trovano. Nel corso degli anni i presidenti che si sono succeduti alla guida dell'Esperia hanno chiesto aiuto al Comune, ma i loro appelli sono caduti nel vuoto.
«MAI UNA LIRA» «Non ci hanno mai dato una lira», si sfoga il presidente Branca, «al contrario hanno preteso canoni d'affitto esagerati. Gli impianti sorgono su un terreno comunale e noi svolgiamo attività in virtù di una convenzione. Il canone d'affitto è pari a 8 mila euro l'anno». Una cifra insostenibile per una società che si regge esclusivamente sulle quote associative. E a questa spesa se ne aggiungono molte altre: dalla manutenzione degli impianti alle bollette di luce e gas. «Nel 2006 il tetto della piscina crollò - ricorda Branca - e per ricostruirlo sono stati spesi 300 mila euro. Il Comune ci garantì che avrebbe coperto l'intera spesa ed effettivamente la somma fu stanziata. Alla fine però le promesse non sono state del tutto mantenute. Di quei 300 mila euro ne abbiamo avuto solo 240 mila e ora non sappiamo come reperire i 60 mila mancanti. Le ditte che hanno ricostruito il tetto vogliono essere pagate e ci stanno pressando. Finora abbiamo tergiversato, ma è evidente che se il Comune non manterrà l'impegno saremo costretti a gettare la spugna. Chiuderemo i cancelli, restituiremo le chiavi e manderemo a casa i nostri iscritti che attualmente sono un migliaio».
LA REPLICA Secca la replica dell'assessore allo Sport Nanni Floris. «Il Comune non ha alcuna difficoltà a corrispondere all'Esperia la somma richiesta, ma per poterlo fare è necessario che la società presenti fatture in grado di giustificare quell'importo. Se la società ha avuto 240 mila euro anziché 300 mila, vuol dire che era quella la somma che le spettava». E poi sul canone. «Per decenni l'Esperia non ha mai pagato niente perché non esisteva un contratto che la legasse al Comune. Solo di recente, nel 2006/2007, è stata stipulata una convenzione novennale ed è stato introdotto un canone annuo (8 mila euro) che consideriamo congruo». Infine una battuta sullo stato generale degli impianti. «Se per rimetterli a nuovo servono 750 mila euro faremo il possibile per reperire tale somma. Il discorso è aperto e vedremo cosa riusciremo a fare. Nei limiti del possibile l'amministrazione comunale non dice mai di no a nessuno, e anche stavolta non ci tireremo indietro».
PAOLO LOCHE

16/09/2008