Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Lo stadio cade a pezzi e la battaglia è solo all'inizio

Fonte: L'Unione Sarda
25 novembre 2011

L'opinione

di Michele Ruffi
Per conservare il carteggio tra il Cagliari, il comune di Elmas, Enac, Regione ed enti vari non basterebbe una libreria capace. Fra diffide, ricorsi, denunce, esposti - per ora solo minacciati - richieste di chiarimenti, delibere e opposizioni ai regolamenti, ormai abbiamo perso il conto. I protagonisti di questa vicenda hanno dimostrato di voler andare avanti comunque: la società rossoblù, gli uffici di viale Trento e il municipio guidato da Valter Piscedda da una parte, l'Ente nazionale per l'aviazione civile dall'altra. Muro contro muro. E così il percorso per la realizzazione dello stadio (procedura complessa, fatta di varianti urbanistiche, passaggi in Consiglio comunale e nulla osta vari) è andato avanti a passi veloci nonostante dall'Enac arrivassero segnali tutt'altro che positivi: perché fino allo scorso 20 ottobre, nulla vietava espressamente al presidente Massimo Cellino di costruire la Karalis Arena vicino all'aeroporto. Poi è successo qualcosa. Quel vincolo è arrivato a partita iniziata e ha il sapore del provvedimento ad hoc, cucito su misura per lo scalo cagliaritano, intorno al quale la Sogaer - è noto - ha altre intenzioni. È lecito chiedersi se il comportamento dell'Enac sia regolare (lo fa, ad esempio, il senatore Mariano Delogu) quantomeno per una questione di tempi.
In tutto questo chi ci perde sono soprattutto i tifosi, che anche ieri sera hanno dovuto fare i conti con tribune vecchie e senza coperture, che hanno superato da tempo l'età della pensione. Il timore è che debbano sopportare questo Sant'Elia ancora per molto, visto che l'Enac sembra intenzionato a percorrere quel vicolo cieco che porta in tribunale.