LA PARTITA FINALE
LA LITE Scaduto l’ultimatum per il ritiro della delibera di Elmas che dà il via libera all’impianto vicino all’aeroporto. Da Roma la conferma: «Subito l’esposto e impugniamo gli atti illegittimi»
Il tempo delle minacce è finito. Ieri è scaduto l’ultimatum che l’Enac ha lanciato nei confronti del Comune di Elmas. Con una lettera di diffida l’en - te per l’aviazione civile ha intimato al municipio guidato da Valter Piscedda il ritiro della delibera del consiglio comunale del 5 novembre che, sotto la dicitura “Stralcio dell’adozione di variante al Puc in adeguamento al Ppr”, dava di fatto il via libera alla costruzione dello stadio del Cagliari nei terreni di Santa Caterina, accanto all’ae - roporto. Tra i destinatari della missiva, protocollata a Roma il 16 novembre, ci sono anche la Regione, il ministero dell’Ambiente, il ministero dei Trasporti, la Provincia e la Corte dei Conti. Ma anche la procura della Repubblica, che sta per ricevere un altro incartamento: la denuncia dell’Enac nei confronti del sindaco Piscedda e della Regione. La conferma arriva ancora dalla Capitale: «Il termine è scaduto », spiegano dagli uffici dell’ente, «e visto che nulla è cambiato ci muoveremo in due direzioni: presentiamo immediatamente un esposto alla Procura, per violazione del codice della navigazione, e impugneremo la delibera del consiglio comunale in contrasto con le nostre prescrizioni e con la legge». I contenuti dell’esposto saranno gli stessi della lettera di diffida: lo stadio che Cellino vuole costruire sarebbe a 300 metri dalla pista secondaria e 500 da quella principale. Un’area poco sicura, secondo l’Enac, che il 20 ottobre, facendosi forte della competenza sulla gestione dei terreni intorno agli scali che gli viene attribuita dall’articolo 707 del codice della navigazione, ha imposto un vincolo di inedificabilità nel raggio di un chilometro dalle piste. La Karalis Arena violerebbe il cono di sicurezza. Inoltre l’ente sostiene di aver già dato parere negativo, a più riprese, sulla realizzazione dello stadio di Cellino. Non a parole ma con atti scritti: a gennaio dell’anno scorso e anche in agosto. Imposizioni cadute nel vuoto. «Io sono andato avanti e non mi fermo, abbiamo fatto tutto secondo la legge»: il sindaco Valter Piscedda, finito al centro della guerra tra Enac e Cellino, non cambia di una virgola le sue posizioni, e prepara una risposta da spedire a Roma. «Dopo aver ricevuto la diffida ho inviato due lettere al consiglio di amministrazione dell’Enac », racconta, «in una spiego l’iter amministrativo che abbiamo seguito, in assoluta trasparenza. Nell’altra, a ogni singolo consigliere, ho illustrato quali sono i provvedimenti che hanno adottato loro. Voglio che ne siano pienamente consapevoli». La sua maggiore preoccupazione, ha sempre detto Piscedda, non è tanto fare di tutto per avere lo stadio, quanto fermare l’estensione dell’aeroporto verso il suo paese: «Se non ci sarà l’im - pianto del Cagliari Calcio la Sogaer, società di gestione dello scalo, realizzerà, questo dicono, un piazzole di sosta per gli aerei, avvicinandosi ulteriormete alle case. Non lo permetterò ». Anche Cellino ha già annunciato che non accetterà imposizioni, ritenute ingiustificate, che definisce come pressioni mai viste. Alla notizia della minaccia di esposti in Procura ha risposto: «Stendiamo un velo pietoso ». Per poi aggiungere che è pronto a impugnare ogni atto che potrebbe impedirgli di realizzare il suo progetto. Di mezzo, in questo scontro, ci sono la squadra e i tifosi: mentre il Sant ’Elia cade a pezzi la strada verso Elmas sembra sbarrata. I rossoblù rischiano di rimanere senza casa.
Enrico Fresu