Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sant'Elia, il pozzo senza fondo

Fonte: L'Unione Sarda
22 novembre 2011

Depositata una mozione in Comune: «È ora di ristrutturarlo definitivamente»

Spesi 2,7 milioni di euro in 10 anni per la manutenzione

Quanto ha speso nell'ultimo decennio il Comune per tenere in vita lo stadio Sant'Elia? La risposta si può leggere tra le righe di una mozione presentata il Municipio dal consigliere Udc Gianni Chessa: oltre 2,7 milioni di euro, messi sul piatto dal 2001 a oggi. Soldi che però non hanno impedito al tempo di sgretolare velocemente il cemento armato dell'impianto sportivo inaugurato nel 1970. Peccato che a quei tempi la capienza fosse di quasi 70 mila spettatori. Mentre adesso, dopo la progressiva chiusura dei settori dichiarati inagibili, la costruzione delle tribune fatte di tubi Innocenti e tutti gli altri problemi legati alla manutenzione, non possa ospitare più di 23 mila persone.
LA STRUTTURA Come si è arrivati a queste condizioni, che fanno ipotizzare al prefetto una chiusura dello stadio? «L'assenza di coperture e il degrado delle impermeabilizzazioni fanno sì che l'acqua piovana si infiltri e sgretoli il cemento armato, ossidando e deteriorando il ferro», è scritto nel documento, presentato da Chessa e dal sardista Paolo Casu. «La struttura, così attaccata dagli agenti atmosferici, è diventata oltre che poco sicura inadeguata all'utilizzo per manifestazioni calcistiche e inoltre sempre più dispendiosa nelle manutenzioni, con risultati appena sufficienti e limitati nel tempo».
I LAVORI Come sono stati spesi i 2,7 milioni di euro? Ecco i conti: nel 2001 l'impianto Tv a circuito chiuso è costato 144 oltre mila euro. Nel 2003 sono stati spesi 35 mila euro per realizzare nuove recinzioni, serbatoi dell'acqua e tinteggiature e oltre 524 mila euro per consulenze, rifacimento del campo di gioco, impianti elettrici e isolamento di una parte della struttura. L'anno dopo, nel 2004 , il Comune ha speso 976 mila euro per sistemare le torri-faro, la ristrutturazione delle gradinate del secondo anello e l'adeguamento dell'impianto antincendio. Nel 2005 il conto si è fermato a 177 mila euro per «l'installazione di recinzioni, collaudi, manutenzioni servizi, potenziamento idranti, realizzazione scale, delimitazioni, completamento recinzioni, posizionamento di barriere stradali, transenne e manutenzione del gruppo elettrogeno», come scrivono i due consiglieri. Ma le spese non sono finite: nel 2006 la manutenzione del gruppo elettrogeno, ancora una volta quella delle recinzioni e del calcestruzzo costa 164 mila euro. Nel 2007 l'adeguamento (l'ennesimo) dell'impianto antincendio, del servo scala e altri lavori hanno richiesto una spesa di 207 mila euro. Nel 2008 escono dalle casse di Palazzo Bacaredda altri 18 mila euro, per rifare bagni, coperture e aggiustare il gruppo elettrogeno. Un anno dopo, nel 2009 , arriva un'altra batosta: 320 mila euro per il solito calcestruzzo che si sgretola e per aumentare le telecamere dell'impianto a circuito chiuso. Nel 2010 la manutenzione del cemento armato costa “solo” 14 mila euro, mentre nel 2011 per ripristinare gli impianti elettrici e ancora una volta il calcestruzzo, oltre alla ristrutturazione della copertura di legno della tribuna centrale, sono stati spesi circa 200 mila euro. E l'anno non è ancora finito. Più che uno stadio, un pozzo senza fondo. Ecco perché i due consiglieri chiedono alla Giunta di far presto a cercare fondi «regionali e statali» per ristrutturarlo definitivamente, magari anche grazie a «accordi che contemplino partecipazioni miste pubblico-privato».
Michele Ruffi

 

Tocco e Perra
«Si faccia
un nuovo stadio»
Il suo fu il voto determinante in una delle più convulse sedute di Consiglio comunale degli ultimi anni: quella che dava il via libera a un nuovo stadio da costruire sulle ceneri del Sant'Elia. Ecco perché ora il consigliere socialista Mondo Perra (ora in maggioranza, all'epoca all'opposizione) dà ragione al prefetto «quando dice che lo stadio non è sicuro, avevo ragione io quando sostenevo la stessa cosa, arrivando per questa e altre ragioni a stare solo in aula tra i banchi dell'allora minoranza». Perra imputa all'ex sindaco Emilio Floris di «non aver avuto il coraggio di decidere per la costruzione del nuovo stadio, nonostante avesse avuto quel mandato». Ecco perché il socialista invita «il presidente del Cagliari calcio a riprendere il dialogo con questo nuovo Consiglio, con la nuova maggioranza e con il sindaco Zedda. Sulla stessa lunghezza d'onda pure Edoardo Tocco, del Pdl: «Anche se mi fa piacere che lo stadio rimanga, stando a quello che dice il presidente Cellino, nelle vicinanze della città, non mi arrendo e continuo a dire che i rossoblù debbano giocare a Cagliari». Per abbattere e rifare completamente il Sant'Elia servirebbero almeno 30 milioni di euro. «Facciamo un contratto per dare lo stadio in concessione a un privato. Che sia Cellino o che sia qualcun altro, l'importante è rifare il Sant'Elia». ( m.r. )