Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Storie Meriti e “accozzi ” «Il nepotismo dilaga»

Fonte: Sardegna Quotidiano
21 novembre 2011

L’INCONTRO Tavola rotonda organizzata dai frati dell’Annunziata La presidente dell’Ersu, Noli: «Vanno avanti solo certi cognomi» Una ragazza: minacciata sul lavoro perché sono senza protezioni n Anna ha 23 anni. È brava e preparata, per lei il lavoro non è stato un problema: «L’ho trovato anche prima della laurea dentro il sindacato», racconta (quale? «Non lo dico neanche sotto tortura»). Poi è sorto un problema: «Quando è arrivato il segretario generale in persona per dirmi che ero figlia di nessuno e la mia sedia era a rischio». Ma lei ha la testa dura: «Non mi sono spaventata per niente ed ho risposto che ci perdevano loro». È ancora al suo posto ed è convinta: «Molto dipende anche da noi: non dobbiamo farci intimidire. Cercare scorciatoie significa alimentare un sistema». Quella di Anna è una storia emersa dalla tavola rotonda “Meritocrazia nell’università e lavoro” organizzata nell’ambito del progetto “Missione Giovani ”, voluto dai frati della chiesa della Santissima Annunziata. Una fra tante, in un dibattito che ha avuto una conclusione: l’Italia è un paese dove la meritocrazia scarseggia. Specialmente in alcuni settori, come all’interno delle Università e nella sanità. A rimetterci sono soprattutto i giovani. Maurizio Chessa, consigliere comunale Pd, ha spiegato: «In Italia esiste un problema più generale: nessuno controlla i controllori. Il caso più eclatante è quello dei direttori generali delle Asl che nominano i propri collaboratori. Il metodo potrebbe anche essere condivisibile, ma la pecca sta nel fatto che non rendono conto a nessuno delle loro azioni. Per esempio, se non raggiungono determinati risultati, non si prendono alcuna responsabilità. Il motivo è semplice, mancano criteri di valutazione oggettivi che siano uguali per tutti». Non va meglio nel mondo accademico. Come spiega Daniela Noli, presidente dell’Ersu: «Nella classifica fatta dal Sole 24 ore sul nepotismo che invade le Università italiane, quelle di Sassari e Cagliari occupano rispettivamente il secondo ed il terzo posto, un pessimo risultato». Il punto è che «la meritocrazia è un concetto chiaro ma allo stesso tempo evanescente», continua ancora il numero uno dell’Ente, «legato a doppio filo alla morale ed alla responsabilità individuale delle azioni. È un dato di fatto che nel nostro Paese vanno avanti solo certi cognomi». Ma non bisogna arrendersi, perché, sottolinea ancora la Noli: «È fondamentale dare gambe ai propri sogni. Bisogna crederci ed allo stesso tempo è necessario essere molti preparati culturalmente e coltivare in maniera assidua il collegamento tra università e mondo del lavoro. Esiste un contrasto che spesso per i giovani laureati è spiazzante». Francesca Ortalli