STADIO L’ex sindaco rivela: «La società paga un affitto troppo basso? È come se il Comune fosse uno sponsor»
di Marcello Zasso marcello. zasso@ sardegnaquotidiano. it
Il Comune di Cagliari dal 2001 a oggi ha speso due milioni e 600mila euro per il Sant’Elia. Tutti gli anni sono necessari interventi di manutenzione e all’inizio di ogni campionato c’è sempre il rischio che lo stadio non ottenga l’agibilità. Ma viene sempre messa qualche pezza e l’impianto continua ad ospitare le partite del Cagliari. I rossoblù hanno già disputato cinque delle diciannove gare interne della stagione. Nel frattempo la strada che portava lo stadio a Elmas è stata bruscamente interrotta e una soluzione per il Sant’Elia diventa sempre più urgente. Il grande restyling per le partite di Gascoigne e Van Basten ai Mondiali del ‘90 è stato l’ultimo, poi nel 2002 arrivarono le tribune Innocenti e quella soluzione provvisoria sta per compiere dieci anni. Prima di proporre Elmas il presidente Cellino ha cercato di portare avanti un suo progetto per il Sant’Elia, uno stadio moderno, con negozi e altre attività commerciali. Un’iniziativa che faceva gola a tanti altri imprenditori cagliaritani e che, anche per questo motivo, ha trovato tante opposizioni anche in Comune.
LA VERSIONE DI FLORIS «Il presidente è un imprenditore e può decidere dove far giocare la squadra, nessun può imporre una decisione - commenta Emilio Floris, sindaco dal 2001 al 2011 - ma sarebbe meglio mantenere il Cagliari in città e mantenere viva la storia del Sant ’Elia». Nei giorni scorsi Massimo Cellino è andato a trovare l’at - tuale sindaco Massimo Zedda per discutere dello stadio. «È necessario trovare un accordo tra tutte le parti in campo: la Regione, il Comune e il Cagliari - continua Floris - per cercare di trattenere in città la squadra, perché il Cagliari è un grande valore per la città». Un valore su cui il Comune di Cagliari che ha sempre avuto un occhio di riguardo dalla firma della convenzione in poi. «In pratica è come se fossimo stati uno sponsor del Cagliari - spiega - per quanto riguarda la concessione, la società versava 50mila euro all’anno, ma in realtà il valore dell’affitto sarebbe dovuto essere di circa 400mila: con la differenza è come se noi avessimo fatto da sponsor, perché grazie alla squadra la città è sempre sui giornali, è sempe in vista. Tanti enti locali spendono grandi cifre per pubblicità istituzionali, a noi la visibilità l’ha sempre garantita il Cagliari». Ma adesso la convenzione sta per scadere e lo stadio sta per crollare. «Non si è mai deciso se ristrutturarlo, buttarlo giù del tutto o in parte, ma l’unica certezza è che deve tornare nella disponibilità dei cittadini - continua Floris - non solo per qualche ora ogni due settimane, quando gioca il Cagliari. Che la squadra resti o no (e mi auguro di sì) bisogna pensare a un accordo pubblico-privato. Perché l’interesse di tutti, Cellino compreso, è di trovare una soluzione definitiva » . Perché questa situazione precaria e decadente ha dei costi elevati. La Giunta comunale per risolvere un problema simile, che riguarda la costosa manutenzione straordinaria degli alloggi Erp, sta valutando interventi radicali di demolizione e ricostruzione. I consiglieri comunali Paolo Casu (Psd’Az) e Gianni Chessa (Udc) hanno presentato una mozione perché «la struttura dello stadio Sant ’Elia risulta ormai fatiscente, tanto da richiedere continui interventi strutturali». Per questo motivo i due consiglieri comunali chiedono al sindaco e alla Giunta di decidere se ristrutturare o demolire lo stadio e «impegnarsi perchè anche la Regione Sardegna partecipi al finanziamento e alla progettazione di un nuovo studio affinché si possa realizzare una struttura moderna».