Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Vogliamo giustizia»

Fonte: L'Unione Sarda
21 novembre 2011

L'appello alla fiaccolata per ricordare i troppi morti sulla strada

Le famiglie delle vittime: condanne pesanti

«Se fosse successo a un loro figlio o un loro fratello, come si sentirebbero?» si chiede Patrizia Podda, ventenne amica di Giulia Cabras, la ragazza di 19 anni travolta e uccisa da un'auto in via Sonnino il 28 maggio. È questa la domanda che tutti i partecipanti alla fiaccolata per ricordare le vittime della strada, circa 300, ieri si sono posti. «Siamo qui per ricordare ma soprattutto per chiedere giustizia», spiega Maristella Puddu, attivista dell'Associazione italiana familiari e vittime della strada (Aifvs) che ha organizzato una messa di suffragio alle 17,15 e subito dopo la manifestazione che da piazza Giovanni XXIII si è conclusa in piazza Costituzione, dove sono stati liberati tanti palloncini colorati.
LA CERIMONIA Nella chiesa di San Paolo c'erano circa 150 persone che hanno ascoltato l'omelia di don Mario Steri. Alla fine della messa il parroco ha ricordato i nomi dei 62 ragazzi che hanno perso la vita sull'asfalto. Un momento che ha commosso i tanti partecipanti, tra cui il vicesindaco Paola Piras. In terza fila, con la fascia tricolore sul petto, alla fine del rito religioso ha voluto ricordare che «il Comune può agire soprattutto sull'educazione stradale, perché la strada non può essere un luogo dove si rischia la vita».
LE ACCUSE La pericolosità delle carreggiate, e la rabbia per i responsabili degli incidenti mortali a piede libero, sono le circostanze principali su cui puntano il dito i parenti delle vittime. Come Andreina Pisano, madre di Leonardo Secci, lo studente travolto a Quartu l'anno scorso, o Silvana Porcu, mamma di Mirko Melis, il ventiduenne di Sant'Elia falciato il 16 novembre 2010: «Non esiste più giustizia», accusa la donna con le lacrime agli occhi. Il perché di tanto risentimento lo spiega Maristella Puddu, madre di Andrea Massoni, il motociclista travolto da un camion in via Peretti due anni fa: «Tra pene lievi e patteggiamento sta di fatto che tutti sono liberi». Le fa eco Cinzia Cinus, responsabile dell'Aifvs: «Il vero problema è che non esiste il reato di omicidio stradale».
IL RICORDO In molti, però, hanno partecipato anche solo per ricordare gli affetti scomparsi. Tra loro c'è Nicola Ruggeri, sopravvissuto al terribile schianto di via Sonnino del maggio scorso. Dopo un mese di coma, quando lottava tra la vita e la morte, e novanta giorni di ospedale, Nicola ora è di nuovo in piedi. «Sono un miracolato», le uniche parole che riesce a dire. Ha fatto tutto il lungo tragitto zoppicando ma ha voluto esserci. Assieme a lui, nel punto dove è morta la sua giovane fidanzata, all'angolo tra via Sonnino e via San Lucifero, si sono fermati tutti gli amici di Giulia per posare un mazzo di fiori e un palloncino. Uno dei troppi altarini presenti nelle strade della città.
Mario Gottardi