Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Vado avanti, malgrado tutto»

Fonte: L'Unione Sarda
21 novembre 2011

Dopo l'allarme del prefetto Balsamo sui pericoli del Sant'Elia, parla il presidente

Cellino: clima intimidatorio, ma farò lo stadio a Elmas

Il prefetto-mediatore vuole lo stadio in città. Il presidente conferma: «Lo stadio a Cagliari non si può fare». Il prefetto-mediatore annuncia: «Il Sant'Elia cade a pezzi, potrei chiuderlo». Il presidente replica: «La chiusura è un pericolo reale. Intanto, cercano di spingermi lontano da Elmas». Il numero uno del Cagliari, Massimo Cellino rientra da Milano, sponda Inter, con zero punti in valigia ma con la stessa forza interiore di sempre. Davanti a difficoltà impreviste e apparentemente insormontabili legate al suo progetto di uno stadio fuori le mura, non abbassa la testa: «Vado avanti, soprattutto perché ho ragione».
Presidente Cellino, ha letto l'appello del prefetto?
«Certo, mi fa piacere che il rappresentante del governo abbia a cuore le sorti del Cagliari e soprattutto che sottolinei il fatto che è la squadra di tutti i sardi».
Però...
«Però indietro non si torna. A Cagliari lo stadio non si è fatto perché è stato impossibile. Mi sono dovuto scontrare con una serie di pressioni, di forze che mi hanno spinto fuori dalla città. Non avevo scelta».
Il prefetto chiede che il dialogo ricominci, magari nel suo ampio ufficio di Palazzo Regio. E il Sant'Elia inagibile è un rischio concreto.
«Il sindaco è una persona seria. Il dialogo c'è e non si interromperà. Ma io mi sono impegnato per comprare il terreno a Elmas e lì costruirò la Karalis Arena. Elmas e Cagliari sono a fianco, la continuità è garantita. Sul tavolo ci sono i progetti, ci sono le persone che hanno lavorato. Certo che lo stadio così come è oggi fa davvero paura»:
Sulla questione Elmas qualcosa è cambiato, nel frattempo.
«Se a Cagliari ho subìto intimidazioni, anche la scelta di spostarmi a Elmas sta generando lo stesso clima. La mia società, in questi due anni, ha applicato le leggi, ha lavorato nel rispetto di qualsiasi norma e decisione, poi in corsa - e parlo delle ultime settimane - l'Enac modifica il regolamento. Dal 9 novembre tutto è cambiato. Se qualcuno crede che noi ce ne andremo da Elmas, sappia che impugneremo questa delibera».
Lo scenario sembra simile. Non ha mai pensato di riprovare su Cagliari?
«No, ripeto: qui non si può pensare di realizzare un'opera simile. Ho trovato un'alternativa, un Comune intelligente che ci apre le sue porte, fino al 9 novembre avevamo ragione noi. Poi arriva un vice direttore generale ( dell'Enac ) che denuncia e minaccia tutte le istituzioni, mettendo paura a quei funzionari che hanno lavorato sempre, anche il 15 agosto, e nel rispetto della legge. Nonostante tutto, proseguo. Sono amministratore della Cagliari Calcio, nessuno si permetta di buttare fango sulle persone».
Intanto, si incontra con Massimo Zedda.
«Il sindaco sta autorizzando tutte le domeniche, sotto la sua responsabilità, lo svolgimento delle partite al Sant'Elia. L'altro giorno ci siamo visti per parlare delle reti di impermeabilizzazione delle tribune in cemento. Gli ho detto che le faremo noi in tempi rapidissimi, spendendo 200 mila euro. Ma gli ho anche chiesto di sederci attorno a un tavolo per risolvere definitivamente tutte le pendenze fra noi e il Comune. Facciamo i conti e chiudiamo la questione».
Enrico Pilia