Al Festival della Scienza incontro con l'astrofisico
«Giordano Bruno, nel Cinquecento, aveva ragione. Esistono innumerevoli soli, innumerevoli terre». A parlare, all'Exmà di Cagliari, è Giovanni Fabrizio Bignami, da quarant'anni nella ricerca in astrofisica e in scienze e tecnologie dello spazio. Ed è piaciuto il suo viaggio tra cielo e terra all'edizione 2011 del Festival della Scienza che ha ancora oggi appuntamenti e poi la chiusura, sabato prossimo con Piergiorgio Odifreddi. «Qualcuno di voi sa quante stelle ci sono?», domanda agli studenti. Tra loro le tre classi del Liceo scientifico di Sant'Antioco, accompagnati dall'insegnante di Scienze, hanno chiesto un autografo sul libro al centro dell'incontro: "I Marziani siamo noi. Un filo rosso dal Big Bang alla vita", pubblicato lo scorso anno da Zanichelli e che avevano letto a scuola. Gli altri, dopo l'introduzione del giornalista scientifico Andrea Mameli e l'astrofisico Andrea Possenti, hanno appreso dell'autorevolezza dello scienziato in Italia e all'estero. Membro della Accademia dei Lincei, dell'Académie des Sciences e da un anno e mezzo guida l'Inaf, l'Istituto Nazionale di Astrofisico, oggi insegna Astrofisica a Pavia ed è diventato un celebre volto televisivo del National Geographic Channel, dove conduce il programma "I segreti dello spazio".
Al Festivalscienza prende per mano il pubblico mostrando prima un collage di foto scattate dal telescopio spaziale Hubble. E ammette di trovare commovente, «un momento storico», lo scatto strepitoso dell'immagine più lontana che esista della Terra. Merito del satellite Voyager, appena uscito dal sistema solare. L'hanno fatto girare e clic, quel puntino lontano siamo noi. La sonda Cassini - c'è del romanticismo nel sistema solare -, ci ha ritratto tra gli anelli di Saturno come una perla preziosa. E da Venere, l'occhio della sonda Venus Express, si incanta sul Pianeta blu in tutta la sua bellezza.
Ecco come siamo visti dallo spazio. Ma siamo soli nell'universo? Non è una domanda nuova e ci sono altre cose da scoprire. «Non abbiamo però alcuna evidenza che la vita si possa essere originata anche al di fuori del nostro pianeta», dice l'astrofisico. Che è comunque "ottimista". Infatti le recenti scoperte, quali la presenza di aminoacidi nei meteoriti e nelle comete e l'esistenza di numerosissimi pianeti extrasolari, aumentano le probabilità che altra materia biologica possa esistere in luoghi diversi da quelli che conosciamo . Il discorso Bignami lo prosegue nel nuovo libro, "Cosa resta da scoprire", appena uscito per Mondadori. In futuro ci saranno scoperte sensazionali che cambieranno la nostra visione del mondo e dello spazio. E per alcune risposte dobbiamo attendere il 2062, anno del prossimo passaggio della cometa di Halley. Quella stessa cometa della "Adorazione dei Magi" che Giotto affrescò nella cappella degli Scrovegni, a Padova.
E la fede nella scienza ha bisogno di nuovi fedeli nelle facoltà scientifiche. In Sardegna il radiotelescopio ha un'importanza nazionale ed europea, altra opportunità da cogliere. Agli studenti vuole dirlo: «Non c'è dubbio che il mestiere dello scienziato sia il più bello del mondo. L'Italia ha una grande tradizione scientifica e chi si laurea con noi non rimane senza lavoro».
Manuela Vacca