Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Porte e canestri rotti nei campi sportivi di Cep e San Michele

Fonte: L'Unione Sarda
14 novembre 2011

Gli impianti distrutti dai vandali


In città praticare uno sport di squadra a livello amatoriale senza dover prima pagare l'affitto di un campo è diventato quasi impossibile. La colpa, il più delle volte, è dei gruppetti di vandali che di notte imperversano negli impianti all'aperto incustoditi, rendendoli di fatto inutilizzabili. L'esempio emblematico arriva dal quartiere Cep-Fonsarda, dove lo storico campetto da basket di via Castiglione, vicino al campo di calcio della Sigma intitolato all'ex arbitro Tonio Adamu, è da mesi tristemente deserto.
IL CAMPO Il motivo? Semplice: i cesti dei due canestri sono stati rubati per l'ennesima volta e non si può più giocare. In passato, episodi analoghi si erano susseguiti e ogni volta la Circoscrizione 4 aveva provveduto (sempre con successo) a sensibilizzare il Comune per l'acquisto di nuovi canestri. Stavolta, però, l'amministrazione non è ancora intervenuta (o si è legittimamente stufata di intervenire). Con il risultato che il campo è stato abbandonato dai tanti ragazzini del rione (tra cui un gruppo di filippini che aveva formato una squadra) che ogni sera si sfidavano all'ombra dei palazzi gialli e neri.
A SAN MICHELE Situazione simile, se non peggiore, in piazza Medaglia Miracolosa, nel cuore del rione di San Michele, dove il vecchio campetto di pallacanestro è in condizioni pietose: sbarre arrugginite, tabelloni distrutti e superficie asfaltata da rifare completamente. Stanno leggermente meglio i campi da pallavolo e da basket di via Monsignor della Casa, ma solo grazie all'interessamento dell'attigua parrocchia di San Sebastiano. Non così il campetto di calcio a 7 di via Oslo, a Genneruxi. In quest'ultimo caso il terreno di gioco si è trasformato in un vespasiano a cielo aperto per i cani domestici della zona, con buona pace di chi, invece, su quel rettangolo sterrato avrebbe voluto correre dietro a un pallone. Il problema di fondo è che si tratta di impianti accessibili a chiunque, di giorno come di notte. Mancano totalmente i controlli, le manutenzioni non vengono fatte e, ovviamente, non c'è nessuno che ripulisce. Un degrado per certi versi scontato, ma che suscita ugualmente l'indignazione di chi ama lo sport.
Paolo Loche