Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

È novembre, tutti al Poetto

Fonte: L'Unione Sarda
14 novembre 2011

Sul lungomare ricompaiono anche le bancarelle dei venditori di ricci

Giornata primaverile: folla anche nei mercatini

Qualcuno ha fatto anche il bagno, nonostante il calendario suggerisse altro. Il termometro invece no: 20 gradi, forse qualcosa di più, cielo sgombro dalle nuvole, sole caldo, assenza di vento. E allora tutti al Poetto, o almeno quello che rimane. Cioè sei chioschi su venti e una spiaggia che arretra sempre di più, soprattutto dopo la mareggiata della settimana scorsa.
Ma i cagliaritani non sanno rinunciare alla spiaggia la domenica, specialmente quando la giornata è come quella di ieri. Quindi il Lungomare, dalla prima fermata all'ospedale Marino, passando per gli stabilimenti - ad esempio il Lido e il D'Aquila, pieni come nei giorni d'estate - è stato vissuto come se fosse un giorno di primavera e non una domenica di autunno inoltrato.
I RICCIAI Al Poetto sono ricomparsi anche i ricciai abusivi, in attesa che il Comune allestisca, come promesso, i chioschi con acqua corrente e servizi pubblici nella passeggiata di Su Siccu.
Strutture che consentirebbero ai pescatori di poter vendere la polpa dei frutti di mare nel rispetto delle regole imposte dall'azienda sanitaria locale. Ma l'inizio della stagione di pesca è stato in salita (i primi giorni di novembre sono stati caratterizzati da pioggia e vento, che hanno impedito ai pescatori di lavorare) e quindi ora si cerca in tutti i modi di recuperare.
I MERCATINI Ma domenica significa anche mercatini: sono stati centinaia i cagliaritani che ieri hanno trascorso la mattinata tra bancarelle e gazebo. In piazza del Carmine, storica passeggiata per gli amanti dell'antiquariato, o in viale Trento, regno dell'usato.
AL BASTIONE DI SAINT REMY In tanti hanno scelto il mercatino allestito sulla terrazza Umberto I, al bastione di Saint Remy. Decine di bancarelle disposte a ferro di cavallo: dai gioielli fatti a mano, alle cinture per pantaloni realizzate con copertoni d'auto riciclati.
Poi le stampe antiche, le incisioni, le foto storiche della Cagliari anni Cinquanta e Sessanta. E anche i dolci sardi, il liquore al cioccolato che marito e moglie vendono a dodici euro alla bottiglia («il mirto invece a tredici», fa lui), e i mandaranci di Villasor («produzione propria, eh»), offerti ai passanti per un assaggio, prima del pranzo (o del brunch) domenicale. ( m.r. )