Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

sul fronte della periferia

Fonte: La Nuova Sardegna
8 novembre 2011

Il sindaco: «Interventi necessari ma risorse limitate»



Massimo Zedda: Chi è uscito dall’emergenza dovrà però lasciare liberi gli alloggi popolari

PIERLUIGI CARTA
CAGLIARI. Si apre il dialogo tra la nuova giunta ed il comitato spontaneo del rione popolare di via Podgora, a San Michele. «Alcuni interventi sono indispensabili - ha ammesso il sindaco Massimo Zedda - ma è bene non creare illusioni, dato che le risorse sono limitate e vanno ben gestite».
È quanto emerso ieri durante la riunione in piazza della Medaglia miracolosa tra il sindaco Massimo Zedda, i rappresentanti del comitato spontaneo e gli assessori comunali Paolo Frau, Luisa Anna Marras e Susanna Orrù. Pare senza fine la lista delle richieste presentata al sindaco da Antonio Mazzuzzi, presidente del comitato e da Silvio Pinna, portavoce, per conto dei residenti del rione. I punti più importanti: completamento dei lavori alle facciate delle palazzine; assetto delle fognature; potenziamento degli interventi sugli interni e della pulizia delle strade; sistemazione del verde pubblico; acquisto degli immobili da parte degli abitanti a prezzi agevolati. L’ultimo punto - secondo Massimo Zedda - è da escludersi a priori, in quanto «non posso giocare col patrimonio pubblico - afferma - le case popolari sono concepite come dotazione immobiliare del comune in caso di forte necessità; ciò dovrebbe presupporre quindi la mobilità delle famiglie residenti». Un primo intervento è però possibile: individuare chi è uscito dalla situazione di precarietà e liberare l’appartamento a favore di un altro nucleo familiare. Il sindaco, per quanto riguarda gli interventi di rinnovo, avverte: «alcune palazzine potrebbero non essere più in condizioni di subire ulteriori interventi». Si prospettano quindi azioni più radicali, come la demolizione e la costruzione di palazzine di scambio. Gli appartamenti infatti vanno ridimensionati e adeguati alle reali esigenze abitative. Una famiglia di nove persone in 42 mq non costituisce una condizione facile da gestire. Altro tema delicato riguarda la piazza Medaglia miracolosa, utilizzata la mattina dalle bancarelle degli ambulanti e la sera come parcheggio durante i funerali. «Considerato lo stato della piazza di chiesa, i matrimoni sono diventati ormai una rarità» afferma Jessica Saba, segretaria del comitato; si dovrà quindi riaprire il dibattito sul dislocamento degli ambulanti. Tutto deve essere ricondotto ad un sistema di regole condivise; è quanto espresso dal sindaco, il quale esorta il comitato a rendersi visibile e presente sul territorio, per consentire maggiore dialogo tra agli abitanti e le istituzioni; «in modo da scongiurare le solite fughe in avanti dei singoli che cercano soluzioni individuali scavalcando chi magari non dispone di canali preferenziali» conclude Zedda. Il quartiere è in condizioni “vergognose”, lo comprova lo sdegno dei cittadini costretti a vivere da anni senza i servizi minimi e nello squallore urbano, senza spazi pubblici di socializzazione o aree verdi che non si trasformino in discariche. A tale proposito gli esponenti della giunta, che hanno partecipato al confronto, assicurano un’interessamento più attivo e una consultazione diretta con i residenti.