Urbanistica
LA MAPPA Da via Biasi a via Nuoro, da via Castiglione a viale Poetto: gli interventi di edilizia privata sono distribuiti su tutto il territorio cittadino
L’ASSESSORE «Il Comune ha le mani legate: in caso di stop, le penali che dovremmo pagare sarebbero troppo alte»
I PROGETTI Da Pirri al centro, da via Nuoro a via Biasi, addio alle aree verdi: in arrivo trentacinque nuovi edifici
numeri 35 Gli interventi edilizi previsti in tutta la città sulle aree S3* e Bs3*, quelle destinate a verde pubblico. 112 Le migliaia di metri quadrati di territorio cittadino su cui caleranno o sono già calate in totale oltre 310mila metri cubi di cemento.
L’assessore all’Urbanistica, Paolo Frau, dice che «il Comune ormai ha le mani legate e non può che dare continuità alle decisioni lasciate in eredità dalla giunta Floris ». Niente da fare, quindi, per chi sperava che la nuova amministrazione guidata da Massimo Zedda si mettesse di traverso al fiume di mattoni che negli ultimi anni –dal Poetto fino a Pirri passando per via Castiglione –ha fatto colare 310mila metri cubi di cemento su 35 aree della città estese 112mila metri quadri: spazi che il Piano urbanistico comunale etichetta con le sigle S3* e soprattutto BS3* (dove la S sta per servizi e verde pubblico), ma che finora hanno ospitato soprattutto grandi palazzi, oggi finiti e in certi casi già abitati. Solo dieci interventi restano da realizzare in aree BS3*, ma «anche quelli ha spiegato Frau sono già molto avanti nelle procedure burocratiche e non si possono fermare, a meno di non voler pagare risarcimenti milionari in tempi di crisi nera». I cantieri già in corso proseguiranno, quindi, e ne apriranno di nuovi, come quello per la costruzione di una palazzina di una dozzina di metri tra le vie Taranto, Milano e Ravenna, che tanto aveva fatto arrabbiare i cittadini (capeggiati nella protesta dal regista Enrico Pau) e proprio ieri ha invece ottenuto il via libera definitivo dalla giunta Zedda. Insomma, il tunnel-parcheggio sotterraneo di via Roma sì, il Comune lo ha voluto e potuto bloccare (nonostante il rischio più che concreto di dover pagare una penale milionaria ai vincitori della gara d’appalto bandita da Palazzo Bacaredda), la colata di cemento ai quattro angoli della città laddove sarebbe stato previsto il verde pubblico quella no.
LE RAGIONI DI FRAU Come tutto questo sia potuto succedere, l’ha spiegato lo stesso assessore all’Urbanistica. «Entro cinque anni dall’approvazione del Puc - attacca Frau - l’amministrazione di centrodestra avrebbe potuto espropriare ai privati le aree classificate come S3* e BS3* per fare nuovi servizi: il tempo c’era e si potevano trovare anche i soldi per l’acq u isizione dei terreni. Invece, si è preferito lasciare andare le cose senza fare nulla e così, passati gli anni, sono cominciati a piovere i progetti delle imprese edili». Nelle zone siglate S3 e BS3 con l’asterisco, infatti, nel caso in cui il Comune non faccia nulla per evitarlo, il Puc riconosce ai privati la possibilità di destinare all’e d i f i cazione rispettivamente il 40 e il 60 per cento della superficie, cedendo gratuitamente la restante parte alla collettività per il godimento di servizi pubblici come il verde o i parcheggi. E così è successo in città, dove, nell’inerzia del Comune, negli anni sono sorti come funghi i palazzi tra viale Poetto e via S’A rrulloni, in via Castiglione, in viale Italia (accanto alla Vetreria di Pirri), in via Peretti e altri ancora. Le aree interessate, in tutto, sono trentacinque e solo in dieci di esse gli interventi edilizi non sono stati ancora completati: nelle vie Nuoro, Rossini, Chiabrera e Toti, che hanno già ottenuto il parere preventivo dal Comune; nelle vie Praga, Biasi, Vesalio, Torricelli, delle Coccinelle e dei Gherardeschi, i cui progetti per le nuove costruzioni sono stati addirittura già approvati; e, infine, la Fonsarda, dove i terreni, tramite convenzione, verranno ceduti dai privati al Comune in cambio di un passaggio delle relative volumetrie in via Biasi, ancora una volta al limite tra Pirri e il Cep. Mattone su mattone, considerando solo le aree BS3*, la città si ritrova con alcune decine di migliaia di metri quadri di verde in meno e una Giunta costretta a portare avanti progetti mai condivisi. «Sembra uno scherzo del destino, ma è così – ha preso atto l’assessore Frau –. I soldi per bloccare tutto non ci sono, né per i risarcimenti, né per gli espropri che comprenderebbero le aree e le volumetrie costruite sopra. Noi, d’accordo con l’Ance, pensiamo che il futuro non sia nelle nuove costruzioni ma nella riqualificazione dell’esistente. Prima di voltare pagina, però, dobbiamo fare i conti con quest’eredità, che francamente ci saremmo risparmiati». Lorenzo Manunza