Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La carica delle griffe false

Fonte: L'Unione Sarda
4 novembre 2011

La protesta: «È una lotta impari». Martedì erano 180 i venditori per strada

 

Ambulanti nel mirino dei commercianti del centro
Vedi la foto Il primo novembre, giorno di festa, gli agenti della polizia municipale sono arrivati a contarne 180 tra via Roma, lato porto e corsia centrale, largo Carlo Felice, quartiere Marina fino a salire verso piazza Yenne e Castello. Stessa scena quando approdano le navi da crociera. È l'esercito dei venditori ambulanti stranieri, la maggior parte africani. Cercano di sopravvivere vendendo fazzoletti, accendini e cd musicali. Ma ci sono anche i “piazzisti” delle false griffe: borse, capi d'abbigliamento, scarpe e occhiali. I venditori extracomunitari sono vittime, l'ultimo tassello del gigantesco mercato del falso. Un danno per i commercianti del centro storico che trattano le grandi firme.
LA POLEMICA «Oltre alla perdita economica, difficile da quantificare», spiega Omar Concu, proprietario della boutique Volontè del largo Carlo Felice, «vedere in giro tante borse o capi d'abbigliamento, a causa delle imitazioni, svaluta il prodotto. I clienti dei negozi comprano di meno perché non hanno più l'esclusività». Le ripercussioni sono a lungo termine. Comprare un falso e indossarlo è questione di mentalità: «Chi acquista sa di entrare in possesso di un prodotto scadente», aggiunge Concu, «ma lo fa per poter sfoggiare qualcosa di esclusivo. È la mania di apparire». Esiste tarocco e tarocco: «Alcune contraffazioni», sottolinea l'imprenditore, che è anche perito del Tribunale nei procedimenti penali per falsificazione di marchi, «sono fatte bene. Solo un occhio attento coglie la differenza con l'originale. Altre volte è palese che si tratti di un falso».
I CONTROLLI Nel centro storico c'è soddisfazione per i controlli da parte della polizia municipale. Ma qualcosa in più si potrebbe comunque fare. «Il presidio dei vigili urbani nel Largo», ammette Concu, «ha ridotto la presenza dei venditori ambulanti. I controlli andrebbero estesi in via Roma e nelle altre strade dei quartieri del centro». Alessandra Grilletti, una delle titolari di Castangia in via Manno, racconta il suo punto di vista: «Non saprei quantificare l'eventuale danno che ci causa la contraffazione. I nostri clienti non ci hanno abbandonato: se vogliono un originale non vanno certamente a cercarlo in una bancarella». Molto più critico Lando Pasella dell'Istituto ottico sardo Pasella, via Manno: «Avere a poche decine di metri bancarelle che vendono occhiali di marca falsi ci crea un danno enorme. Paghiamo le tasse mentre gli ambulanti, oltre a toglierci potenziali clienti non dichiarano niente. Ci vorrebbero più controlli».
Matteo Vercelli