Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sullo stadio l’Enac non cede

Fonte: La Nuova Sardegna
24 ottobre 2011

Pronte nuove azioni legali contro la Karalis Arena



Le prescrizioni della giunta potrebbero presto subire un decisivo stop dai giudici della Consulta

CAGLIARI. E adesso la palla, metaforica, è sull’area dell’Enac. Il centravanti Cellino sta per segnare il gol decisivo, ma deve stare attento ancora a due elementi: l’arbitro e il portiere avversario, capaci entrambi di rovesciare completamente le sorti dell’incontro. Fuori di metafora, la scelta a dir poco coraggiosa della giunta regionale che due giorni fa ha deciso di non sottoporre a Valutazione di Impatto ambientale il progetto della Karalis Arena offre un vantaggio considerevole a Cellino, ormai protagonista solitario di una battaglia quasi personale con l’Enac, l’ente nazionale dell’aviazione civile, interessato a quelle stesse aree per ampliare l’aeroporto e contrario per questioni di sicurezza a veder realizzati manufatti a così breve distanza dalle piste. Ma adesso tocca all’Enac rispondere in un modo o nell’altro. Sinora l’ente presieduto da Vito Riggio aveva usato il fioretto formale e le schermaglie dialettiche per mostrare a Cellino il semaforo rosso.
Con alcune missive gli uffici di Enac hanno a più riprese ribadito il no, netto e senza condizioni, al nuovo stadio, lasciando al presidente Riggio il compito di colorare con espressioni non fraintendibili la contrarietà allo stadio.
Adesso però la delibera di giovedì sera spiana la strada a Cellino, che deve rispettare 17 prescrizioni indicate nel testo della giunta: si va da quelle di cantiere al verde; dal rumore ai cantieri stradali e al traffico; dal piano di utilizzo delle terre e dei detriti di scavo alle acque sotterranee; dall’ecosistema all’inquinamento luminoso, dallo smaltimento dei rifiuti alle falde. Ma c’è di più: sulla osservanza delle prescrizioni dovranno vigilare Comune, Province, Regione, Soprintendenze e Arpas. Per il resto nessun problema per Cellino. A parte l’Enac, che nelle stesse ore nelle quali la giunta licenziava la delibera proposta dall’assessore all’ambiente Oppi modificava il regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti per la parte relativa ai piani di rischio: in pratica un ulteriore giro di vite stabilito dalla direzione centrlae per gli impianti aeroportuali, lo stesso ufficio, diretto da Alessandro Cardi, che ha inviato missive nettamente contrarie a qualunque ipotesi, a prescindere dalla collocazione finale, che preveda lo stadio. Ma cosa farà l’Enac se Celino manderà le ruspe? Non si tratta di uno scenario a breve ma a Roma stanno già lavorando anche a questa ipotesi. Risulta che in ambienti non lontani dai vertici Enac si sia risposto con quella che viene definita una battuta uguale e contraria: «vuol dire che arriveranno i carabinieri», come a dire che nessun lavoro è neppure ipoteticamente possibile in quell’area. Ma in realtà gli avvocati di Enac sono già al lavoro per smontare dalle fondamenta la delibera della giunta, anche ricorrendo alla magistratura.
Un aiuto a Enac arriva per assurdo dal Tar. Nei giorni scorsi i giudici amministrativi hanno inviato gli atti alla Consulta ritendo non manifestamente infondato un ricorso presentato da un privato contro la decisione della Regione che applicava una valutazione di impatto ambientale ritenuta troppo severa. La domanda che i giudici del Tar si sono posti è una: le decisioni sulla Via appartengono all’organo politico o agli uffici? La Regione intervendo sul concedere o meno il Via ha debordato dai suoi poteri?(g.cen.)