Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Una legge per il sostegno ai padri separati

Fonte: Sardegna Quotidiano
21 ottobre 2011

 La proposta

 

POLITICHE SOCIALI Una proposta di legge per sostenere i padri separati

VIA ROMA La Barracciu e il Pd presentano una proposta in Consiglio regionale per dare aiuti economici e psicologici

Sono i nuovi poveri: e il loro identikit è anomalo: sono uomini, giovani, spesso con un lavoro, ma non riescono ad arrivare alla fine del mese, o a pagarsi un appartamento. I padri separati hanno cominciato a bussare anche alle porte della politica, oltre che a quelle della Caritas. E dopo che il Comune di Cagliari ha trovato per alcuni di loro delle sistemazioni provvisorie, adesso anche il Consiglio regionale pensa a una legge che dia a queste persone un sostegno, non solo economico. L’idea di preparare una proposta di legge in materia è venuta alla consigliera del Pd Francesca Barracciu, prima firmataria di un testo che, se diventerà legge, garantirà ai padri separati aiuti monetari ma anche psicologici e materiali, come quello alla casa. Il provvedimento prevede infatti che la Regione possa finanziare progetti presentati dai Comuni o da associazioni riconosciute per l’apertura di case di accoglienza temporanea, costituendo un fondo per erogare prestiti sino a 15.000 euro con tasso zero o agevolato per far fronte alle spese, anche quelle legali, nel periodo immediatamente successivo alla separazione dei coniugi. Per il capogruppo del Pd, Giampaolo Diana, in Sardegna oltre il 90% dei casi colpisce l’uomo: che per rispettare l’obbligo di garantire una condizione di vita dignitosa alla ex moglie e ai figli si vede costretto a lasciare l’abi - tazione e a versare gran parte dello stipendio con conseguenze drammatiche ». Francesca Barracciu, parlando di emergenza sociale, ha sottolineato che, mediamente, «un ex coniuge con un reddito mensile di 1.300-1.500 euro, tolte le spese per il mantenimento, si trova con una disponibilità finanziaria ridotta a 350 euro. In tanti sono così costretti a rivolgersi alla Caritas e alle associazioni di volontariato».