Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

All'Exmà la dottoressa che ridà la vista all'Africa

Fonte: L'Unione Sarda
22 aprile 2008

Varcato l'ingresso dell'Exmà, le sculture raffiguranti le teste di bue infisse nel fabbricato di fronte, sembrano corrucciate per le chiazze di bianco che emergono da una parete color rosso sangue (di bue ovviamente), che appare scrostata qua e là. Le testone gradirebbero - è ovvio - un maggior decoro per i locali che rappresentano il sacrificio della vita fatto da tanti loro antenati perché sopravvivesse la specie umana.Maria Giuseppina Cossu Pinna, presidentessa cagliaritana degli Amici del Libro, presenterà in perfetto orario, in un locale molto accogliente (soffitto alto e sedie imbottite), le impressioni e il lavoro africani del socio Antonina Serra, già direttore della clinica oculistica dell'università di Cagliari. In pensione dal 2004, ma non ha mai smesso di lavorare. «In Africa non mancano ciechi, malnutriti, zoppi. La prima volta che ho operato, di cataratta, glaucoma e altro, è stato nel 1997, nell'ospedale di Wamba, in Kenya, dove sono andata l'ultima volta nel 2006». Si è mai affezionata a qualcuno in particolare? «Solo a chi sta peggio». Bontà razionale di medico. Persone indispensabili. «Medici, infermieri, semplici assistenti». Strumento scientifico indispensabile. «Microscopio operatorio per gli interventi». Invito all'ottimismo per chi legge. «In Africa non si registrano solo estemporanee e vanitose presenze, ma anche interventi costanti di missionari, e di organizzazioni laiche come Onu, Medici senza Frontiere, Emergency». Che si possono contattare per dare denaro o offrire il proprio lavoro. Gli occhi dei bambini. «In Ghana, nel 2005, ne ho trovati con la vista danneggiata dalla parassitosi, trasmessa loro da una larva presa immergendo le gambe nell'acqua infetta. Mentre gli effetti gravi della malnutrizione sui loro occhi, li ho trovati in Burundi». Una diapositiva spiegherà durante la conferenza che in quella nazione c'è un medico ogni 18.000 abitanti. «In Burundi, dove vado da due anni, esiste già, grazie al lavoro di tanti, una facoltà di scienze mediche, che conferisce una sorta di laurea breve per i paramedici (tecnici e infermieri)». Un progetto importante? «Istituire una vera e propria facoltà di medicina in Burundi». Perché anche in Africa il tramonto non arrivi prima del tempo. Perché nessun bambino resti al buio. CLAUDIO SUSMEL 22/04/2008