Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il «de profundis» dei baretti

Fonte: La Nuova Sardegna
11 ottobre 2011

 
Arriva la gru per rottamare i chioschi nella spiaggia del Poetto




ANTONELLO DEIDDA

CAGLIARI. Un rettangolo di sabbia candida delimitato da una striscia di plastica bianca e rossa. Quel che resta dei baretti è uno spazio che ritorna alla spiaggia del Poetto e chissà quando accoglierà di nuovo un bancone per le bibite e il caffè, oltre a sedie e tavolini per i bagnanti. Ma una stagione della città del sole è arrivata definitivamente al tramonto.
Niente ruspe, non ce n’è stato bisogno. E niente drammi o gente che si strappava i capelli come quando nel 1986 il Comune aveva buttato giù i casotti e le «villette» di Marina Piccola, per molti la casa al mare dove passare l’estate e anche di più. Solo qualche lacrimuccia, la decisione di fare a meno dei baretti al Poetto era attesa e per molti è stato perso anche troppo tempo. La gru (a spese dei concessionari) è giunta in spiaggia di buon mattino, diciamo intorno alle 9, e gli operai hanno subito iniziato a lavorare per la seconda fase dell’operazione-demolizione. La prima (anche quella a spese dei concessionari) era stata avviata a fine settembre con l’eliminazione di pavimenti in cemento e pedane in legno, di mobili e arredi vari, di tutte le pertinenze insomma che erano state create (spesso abusivamente) davanti ai chioschi che 25 anni fa avevano sostituito i bar in tetto di etenit e legno creati a corollario della città dei casotti. La struttura in cemento è stata imbracata con dei suppoorti metallici e quindi sollevata dall’enorme braccio della gru, prima di essere deposta su un camion per (l’ultimo?) viaggio verso un cantiere creato apposta. In origine tutte le strutture erano dell’Algida, date in comodato d’uso a chi aveva ottenuto la concessione: nel corso degli anni hanno subito varie modifiche e alla fine sono ritornate ad essere come in origine. Ritorneranno in possesso di chi nell’isola rappresenta la nota marca di gelati o saranno rottamate? Di sicuro non rivedranno più il Poetto.
Dalla quinta fermata alla zona del vecchio ospedale Marino e più avanti verso l’Ottagono. Le squadre di operai hanno lavorato tutto il giorno. I primi a cadere sotto i colpi della gru - si fa per dire - sono stati tra gli altri la «Lanterna rossa» e il «Corto Maltese». A giorni seguiranno gli altri. Molti bagnanti - anche ieri il Poetto, vista la bella giornata, era affollato - hanno osservato la scena e non hanno fatto mancare i commenti. Nessuna protesta però e solo qualche polemica da parte dei pochi concessionari che erano presenti. Qualche velata accusa è stata sibilata all’indirizzo di chi per il momento si è salvato. Ma è stato un momento. Come ha detto Sergio Mascia, che rappresenta buona parte dei proprietari di concessione dei baretti, bisogna fare presto e «liberare» la spiaggia nel più breve tempo possibile. Prima si butta giù tutto e prima si ricostruisce. Quel che dispiace è che forse - come per i casotti - un altro pezzo della memoria storica del Poetto andrà irrimedibilmente perduto. Tipo le belle insegne del Corto Maltese (con la faccia del personaggio di Hugo Pratt) o quella dell’Aramacao o della Lanterna Rossa. Un tempo erano il segno distintivo non solo di un tratto di spiaggia ma anche degli ospiti che lì vicino andavano a fare il bagno e prendere il sole. Un altro prezzo da pagare per colpa di chi ha fatto in modo di arrivare a questo punto.
Una decina di giorni, un paio di settimane al massimo e poi aanche questa fase sarà completata. Tranne qualche baretto che resisterà in piedi (ma fino a quando?), il Poetto è destinato a cambiare volto. Lo sguardo è rivolto però alle prossime due fasi. 1) La costruzione di strutture provvisorie. 2) Il piano di utilizzo del litorale, il famoso Pul che l’amministrazione dovrebbe sfornere dopo un’attesa durata 15 anni. Bisognerà aspettare ancora un poco ma solo così si riuscirà a dare un futuro alla spiaggia dei centomila. Per la prima fase però i tempi sono incerti: si dice che servirà fine anno per preparare le norme sulle concessioni provvisorie, di altri due mesi - fabbraio o marzo? - entro i quali si potrà iniziare a ricostruire chioschi provvisori. E di maggio-giugno come data per la riapartura di qualche servizio per l’estate 2012. Poi si vedrà: l’idea è di strutture di 200 metri quadri (al massimo) con tipologie diverse ma con la pregiudiziale di pavimenti e arredi in legno, dunque facilmente amovibili. Ma non sarà più la stessa cosa, avete capito che anche la stagione dei baretti (come quella dei casotti prima e della sabbia bianca poi) è finita.