I contro.
Fedeli, entusiasti, attenti, curiosi. Ma certamente non mangioni. I pellegrini arrivati a Cagliari non hanno certo fatto la felicità dei commercianti e, in particolare, dei ristoratori. In un tripudio di borse termiche e di thermos, i ristoranti sono rimasti desolatamente vuoti. «Se non ci fossero stati gli autisti dei pullman», afferma Cristiano Aresu di “Serafino”, «il ristorante avrebbe rischiato di restare vuoto». Perché i pellegrini erano già organizzati per proprio conto. E perché i locali hanno trovato concorrenti inattesi. «I tanti venditori ambulanti di panini, forse, hanno affari d'oro. Sembrava quasi di essere in una fiera». Pochi affari di domenica. Ma non solo. «La mancanza di parcheggi ci ha portato via anche la solita clientela del sabato».
Concetto sul quale si sofferma anche Italo Pau, dell'Ampurias. «Sabato gli incassi si sono dimezzati. D'altronde, la gente, non potendo lasciare la macchina nel Largo, è andata a mangiare da altre parti». Gli fa eco Piero Monni de “La Gobbetta”. «Le cose sono andate malissimo sia venerdì che sabato. Certo, domenica qualcuno si è fatto vivo. Veri e propri pellegrini», scherza Monni. Nel senso che in tanti hanno consumato giusto un'insalata e una bottiglia d'acqua. «La domenica è un giorno di punta per noi: questa volta, i clienti cagliaritani sono arrivati in numero ridotto».
Sembra quasi in controtendenza “Lillicu”. «Le cose sono andate benissimo», affermano dalla storica trattoria della Marina. Ma è solo una battuta. «Sono andate benissimo perché eravamo chiusi e anche noi abbiamo potuto essere presenti alla visita del Papa». In tanti, come il Piper o il Manamanà, non hanno neanche preso in considerazione un'apertura straordinaria.
Non che sia andata meglio agli albergatori. «Non ho sentito ancora i miei colleghi», afferma il presidente della Federalberghi Antonio Mundula, «ma, per quanto ne so, le cose sono andate bene solo per alcuni alberghi che hanno ospitato i vari staff. Noi, per esempio, abbiamo accolto solo alcuni tecnici». Il suo albergo, l'Italia, invece, ha avuto qualche problema. «Perché anche noi eravamo blindati. Basti pensare che siamo stati costretti a dirottare a Quartu alcuni nostri ospiti stranieri che dovevano partire domenica». Un sacrificio, comunque, accettato di buon grado. «Grazie alle dirette televisive, la città ha potuto godere di un ritorno di immagine da questo evento». ( mar.co. )
09/09/2008