Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Si ruba anche ai morti

Fonte: L'Unione Sarda
30 settembre 2011

SAN MICHELE. Da circa due mesi sono in aumento i furti di vasi

Trafugati oltre trecento portafiori di rame

«Non lasciano in pace nemmeno i morti». Mai espressione popolare è risultata più veritiera. Nel cimitero di San Michele, oltre i più consueti furti di fiori dalle tombe, da due mesi a questa parte vengono rubati anche i vasi di rame che li contengono. Una vera e propria azione pianificata, visto che percorrendo i viali del camposanto ci sono intere file di tombe senza portafiori. «Ne avranno trafugato circa 300», spiega un operaio del cimitero. Intanto i visitatori si adattano a posare i fiori sui portavasi rimasti vuoti.
LA TECNICA I ladri si presentano nelle ore con meno afflusso, verso le 13 o dopo pranzo. Entrano come se fossero normali visitatori, si dirigono nei viali meno frequentati, quelli vicino al muro di cinta, dove ci sono i loculi più vecchi, da cui asportano i vasi e poi li lanciano oltre il confine del camposanto, dove i loro complici raccolgono il bottino. Ma il muro è alto più di tre metri ed è spesso oltre due, visto che al suo interno sono conservate le bare. Così capita che di frequente i malviventi non riescano nel loro intento: la refurtiva si ferma sopra il muro, dove si possono trovare almeno una decina di vasi abbandonati.
I CONTROLLI Gli addetti del cimitero possono fare poco per contrastare il fenomeno. «Noi controlliamo gli ingressi: verifichiamo che le auto abbiano il pass», spiega Pierpaolo Salis, uno dei custodi impiegati a San Michele. «D'altronde», prosegue, «controllare tutto sarebbe impossibile. Questo posto è come una città». Ma i furti proseguono impuniti, nonostante sul fenomeno indaghino i carabinieri della stazione di Sant'Avendrace, che la settimana scorsa hanno ricevuto una denuncia e per questo hanno svolto un sopralluogo al camposanto. Il custode, l'operaio e i loro colleghi avanzano un'ipotesi sui colpevoli: «In genere sono gli zingari che rubano il rame per rivenderlo. Dev'essere così anche in questo caso».
IL COSTO Oltre lo sgomento per vedere deturpata la tomba dei propri cari, i visitatori sono costretti a ricomprare il vaso rubato. «Il loro prezzo varia dai 30 ai 75 euro», spiega il marmista Lucio Carta.
IL COMUNE Ne sa qualcosa il vicesindaco Paola Piras: «Anche io sono stata vittima di questi furti», afferma, «purtroppo è un fenomeno ricorrente». Il Comune sta pianificando azioni di contrasto, come una maggiore vigilanza, anche affidandosi alla collaborazione degli agenti della Polizia municipale, e l'installazione di ulteriori telecamere, oltre quelle già presenti che però non dissuadono a sufficienza i ladri di rame.
Mario Gottardi