Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Organizzazione perfetta, parola del Santo Padre

Fonte: L'Unione Sarda
9 settembre 2008

Coordinamento. Maria Lucia Baire prima donna responsabile della visita del Papa

Un grande gioco di squadra premiato dai complimenti del Pontefice
Ingegnere e architetto al servizio della Chiesa, Maria Lucia Baire è l'unica donna ad aver organizzato l'accoglienza del Pontefice.
di STEFANO LENZA
Credente e praticante fin da ragazza, Maria Lucia Baire (46 anni, di Capoterra) è la prima donna cui è stato affidato il coordinamento di una visita del Papa. Per il suo impegno nelle attività della Chiesa ma anche per le competenze professionali: ingegnere e architetto ha ideato e realizzato il Museo del Duomo e seguito personalmente la logistica del grande evento di fede. Con risultati eccellenti, tanto da ottenere i complimenti di Benedetto XVI
Soddisfatta?
«Sì, per la grande esperienza, umana di chiesa e professionale. Queste sono state le componenti che maggiormente hanno legato tutto il lavoro di coordinamento»
Qualche momento di panico nel giorno più lungo?
«Mai, neanche in tutto il periodo precedente, perché abbiamo operato con tanta serenità. C'è stata sicuramente tensione nella giornata conclusiva, dato il molto lavoro, soprattutto per ridurre i disagi, per venire incontro agli anziani, alle persone che erano lì dal primo mattino».
Quando avete iniziato i preparativi?
«Sei mesi fa e da allora non ci siamo mai fermati. È stato un grande gioco di squadra con tante persone, aumentate di giorno in giorno, cui si sono unite le istituzioni, le parrocchie. Perfino domenica ho visto uomini e donne scendere nelle strade per dare una mano dove serviva. C'è stata una grande partecipazione».
È possibile quantificare le forze in campo?
«Sicuramente migliaia. Da quando abbiamo aperto, qui al Seminario, la segreteria organizzativa, man mano ci si è allargati e ogni sera c'erano centinaia di volontari. Le maestranze, inoltre, hanno fatto qualcosa d'incredibile lavorando sodo, ultimamente tutte le notti, perché tutto fosse pronto, senza tralasciare alcun particolare».
A Cagliari funzionava la centrale operativa ma disponevate di una rete di collaboratori in tutta la Sardegna.
«Indubbiamente. Non solo per le tante prestazioni professionali, e parlo di cose pratiche come le stampe o la fornitura delle attrezzatura, ma anche per il collegamento con le diocesi. Ciascuna aveva un suo referente in collegamento con noi. I vescovi si sono impegnati per far sì che si potesse arrivare a questa giornata di festa. L'imponente partecipazione ha prodotto una grande accoglienza del Santo Padre. Non solo con la presenza fisica dei pellegrini, ma per il fiume di affetto che il Papa ha colto in termini di sentita benevolenza. Anche su questo aspetto avevamo operato con cura».
I fedeli sono stati generosi anche nel contributo alle spese?
«La raccolta dei fondi è avvenuta su diversi fronti. Le istituzioni hanno fatto la loro porta, nella misura in cui potevano, mostrando comunque grande disponibilità. La Regione ha dato un buon sostegno finanziario, il Comune ha garantito diversi servizi, la Provincia ha partecipato e così altri enti. Anche da parte dei fedeli c'è stato un buon impegno, anche nelle piccole cose, come nei regali per il Papa, o nell'offerta di servizi sotto tanti e tanti aspetti».
Possibile stabilire il costo complessivo?
«Non ancora perché la contabilità non è stata chiusa e in questo momento, rischierei di fornire cifre inesatte. Ci sarà un resoconto finale».
Pressioni dai politici per un posto sotto i riflettori?
«Abbiamo seguito il protocollo, seppur in modo leggermente diverso da quello che è il cerimoniale usuale perché sono intervenuti sia il Vaticano che il ministero con il coordinamento da parte della Prefettura e tutti i problemi sono stati risolti».
Chi ha collaborato di più: Comune, Regione o Stato?
«Tutti, in diversa misura e in diversa forma. Penso ad esempio a quanto fatto dalla Protezione Civile e che lo stesso Bertolaso ha voluto verificare personalmente a Cagliari. Altrettanto vale sicuramente per il presidente Soru, il sindaco Floris, il presidente Milia».
La maggiore difficoltà affrontata?
«Non voglio fare retorica, ma sono stati sei mesi bellissimi con un entusiasmo contagioso».
Alla gioia non si è sovrapposto lo stress?
«Mai, anche se ci sono stati momenti un po' faticosi. Non è che abbiamo grossi meriti, la serenità è stata un grande dono»
Quanti fedeli si sono stretti attorno al Santo Padre?
«Noi abbiamo predisposto gli spazi per centomila, tenendo conto delle visite precedenti e delle stime delle parrocchie. Domenica, però, sono state stimate centocinquantamila persone. Nelle prossime ore affineremo il dato».
La gratificazione più bella?
«Appartenere alla Chiesa e aver fatto questa grande esperienza, incontrare il Santo Padre e sapere che si è sentito amato dai sardi»

09/09/2008