INCHIESTA. Due consiglieri comunali hanno presentato un esposto al procuratore Mauro Mura
Smaltimento di rifiuti senza autorizzazione: un fascicolo contro ignoti
Sui rifiuti e gli incendi quotidiani nel campo Rom sulla 554 indaga la Procura della Repubblica. Nei giorni scorsi due consiglieri comunali si sono presentati al Palazzo di giustizia e hanno consegnato al procuratore capo della Repubblica Mauro Mura un dettagliato esposto. Le carte sono state girate al pm Marco Cocco che ha aperto un fascicolo. Il reato ipotizzato è quello di smaltimento di rifiuti senza autorizzazione. Per il momento non ci sono nomi sul registro degli indagati e, per quanto si sa, non è neppure detto che l'inchiesta si limiti alla questione-rifiuti.
Gli accertamenti potrebbero presto allargarsi (come hanno sollecitato al procuratore Mura alcune associazioni ambientaliste) pure ai finanziamenti che il Comune, negli ultimi due anni, con diverse determinazioni, ha concesso all'associazione I Sardi per i servizi di custodia, pulizia, piccole manutenzioni, attività di ascolto e mediazione. Complessivamente 186.000 euro.
Il problema è stato documentato nel servizio pubblicato lunedì scorso su questo giornale: il campo nomadi è in condizioni a dir poco precarie, oggetto peraltro di svariate segnalazioni da parte delle associazioni ecologiste Gruppo d'Intervento Giuridico e Amici della Terra, a supporto di un nutrito comitato di residenti e lavoratori. Gli ambientalisti hanno sollevato il problema in diversi incontri pure col procuratore Mura e il sindaco Massimo Zedda.
Le condizioni di vita nel camapo rom sulla 554 sono disumane: ogni giorno si respira l'odore della plastica bruciata, il grande spiazzo all'ingresso il terreno è annerito dai roghi e i rifiuti sono un quantitativo impressionante di oggetti che vanno dai salvagenti da barca ai vecchi divani, dai copertoni agli scheletri di batterie d'auto fino ai cumuli di plastica sciolta Da quelle parti gli incendi sono all'ordine del giorno perché al tramonto una delle due famiglie rom che abitano nel campo bruciano i fili elettrici per ricavare il rame da rivendere. Squagliano la plastica perché il metallo ha un prezzo superiore se è già ripulito.
Fino a qualche settimana fa le condizioni dell'accampamento erano pure peggiori: davanti all'edificio del Comune che ospita l'asilo per i bimbi e gli uffici dei Servizi sociali c'era una montagna di rifiuti alta 4 metri e lunga 50. (mfch)