DIFFERENZIATA
VIRTUOSI Ussassai al top tper il rispetto dei parametri imposti dal piano. Grandi centri, buon risultato a Quartu
MAGLIA NERA Nel capoluogo la raccolta differenziata non va oltre la soglia del 34 per cento. Sanzioni dalla Regione
Ha la tariffa rifiuti più alta d’Italia, la raccolta differenziata inchiodata al 34 per cento, e un debito di 4 milioni di euro (interessi esclusi) con la Regione per le penalità mai pagate da sette anni a oggi: con queste premesse Cagliari guadagna di diritto la maglia nera nella gestione dei rifiuti in Sardegna. I dati sono allarmanti per i cagliaritani, soprattutto davanti ai tagli dei trasferimenti statali che spingeranno l’amministrazione comunale a cercare altrove nuovi introiti capaci di tenere in salute il bilancio. I guai, e i debiti, del capoluogo derivano dalla mancata attivazione della raccolta porta a porta dei rifiuti. Senza questo servizio essenziale, la percentuale di raccolta differenziata non riesce a raggiungere i limiti minimi imposti dalla Regione (nel 2009 e 2010 il limite era del 50 per cento, per il 2011 è del 60). Una mancanza che fa scattare in automatico il meccanismo delle penalità, previsto dal Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani. Multe che si riversano direttamente sulle spalle dei cittadini, costretti a sobbarcarsi il costo di una Tarsu sempre più alta. Il problema delle penalità sulla raccolta differenziata dei rifiuti non riguarda solo Cagliari, ma in Sardegna, è un tarlo che affligge molti grandi centri come Sassari, Olbia, Alghero. La differenza con Cagliari è però sostanziale: gli altri Comuni fanno mea culpa e pagano le multe per non avere raggiunto gli obiettivi stabiliti dalla Regione; nel capoluogo, l’amministrazione ha deciso di impugnare i provvedimenti sanzionatori e rivolgersi al Tar, lamentando una presunta illegittimità del meccanismo premi-penali adottato dalla Regione. I 4 milioni di multe accumulati in anni di cattiva gestione della raccolta dei rifiuti, sono puntualmente iscritti a bilancio, ma congelati in virtù del ricorso presentato dal Comune: non vengono spesi per pagare le penalità regionali, ma non possono essere toccati per nessun altro scopo. In questo modo la Tarsu che i residenti di Cagliari pagano per il servizio di Igiene urbana, ha raggiunto cifre record, facendo del capoluogo sardo la città con la tariffa rifiuti più alta d’Italia. Secondo una recente indagine di Confartigianato su servizi e bollette, una famiglia media che abita in un appartamento di 80 metri quadrati, a Cagliari paga 245 euro l’anno di Tarsu, contro una media nazionale di 233 euro. I debiti del capoluogo non incidono solamente sul portafogli dei suoi abitanti, ma anche sulle casse dei Comuni sardi virtuosi. I soldi delle multe servono infatti per pagare le premialità alle amministrazioni che raggiungono i limiti di raccolta differenziata stabiliti dalla Regione. I dati dell’assessorato all’Ambiente riferiti al 2009 (l’analisi del 2010 non è stata ancora pubblicata) certificano che in Sardegna la raccolta differenziata per quell’anno si è attestata al 42,5 per cento (nel 2008 era 34,7 per cento), pari a oltre 355 mila tonnellate. Un dato positivo, ma lontano dalla soglia del 50 per cento stabilita dal Decereto legislativo 152/2006 e dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296. Un obiettivo che a livello provinciale, sarebbe raggiunto da tre province su otto: Medio Campidano (oltre il 60 per cento), Oristano (58,7 per cento), e Ogliastra (53,6 per cento). Fanalino di coda è Olbia Tempio, seguita dalla provincia di Sassari e Carbonia-Iglesias. Per la raccolta del 2009, la Regione ha comminato ben 13 milioni di euro di penalità ai Comuni che non hanno rispettato il target minimo, e ha erogato 7 milioni e 700 mila euro alle Amministrazioni cosiddette virtuose, che sono state 266 su 377. Fra queste Selargius (61 per cento), Sestu (50 per cento), Capoterra (66 per cento), Assemini (60), Monserrato (60), Oristano (56,8 per cento). Ma l’esempio è Quartu Sant’Elena: la terza città della Sardegna (70 mila abitanti) ha ampiamente superato la soglia del 50 per cento, smentendo il teorema che nei grandi centri sia impossibile realizzare con successo la raccolta differenziata porta a porta. Mettendo in pratica questo servizio, Quartu è passato in un anno dal 36 al 57,8 per cento di raccolta differenziata. Un traguardo che gli è valso il riconoscimento di una premialità, che ha reinvestito nel servizio di raccolta: con i soldi del premio il Comune è riuscito ad attivare per il periodo estivo un turno in più nel ritiro dell’umido. La palma di Comune sardo riciclone per il 2009 è andata a Ussassai (centro dell’Ogliastra con 632 abitanti), dove la raccolta differenziata ha raggiunto la cifra record dell’88 per cento. Fra i Comuni di fascia media (per abitanti), spicca Sennori con il 70,74 per cento di raccolta differenziata, seguito da Villasor e Ittiri entrambi intorno al 67 per cento. Seguono Serramanna, Serrenti e Samassi, mentre poco sotto il 65 per cento troviamo Gonnosfanadiga, Ossi, Arbus e San Gavino. Vincenzo Garofalo
numeri 266 Su 377 Comuni in Sardegna 266 sono virtuosi per quanto riguarda la raccolta differenziata. 60% Entro il 2011 la raccolta differenziata dei rifiuti dovrà raggiungere la soglia del 60 per cento. 42,5% La media regionale della differenziata secondo i dati dell’Arpas