Rassegna Stampa

Sardegna 24

Zedda attacca la Giunta Floris «Anticamera deldanno erariale»

Fonte: Sardegna 24
28 settembre 2011

 

Pesante affondo del primo cittadino alla gestione del precedente esecutivo. Il sindaco denuncia contenziosi, debiti, opere irrealizzabili e progetti fermi da anni. Fondi regionali e europei “scomparsi e spese fuori controllo e “deviate”

Quel che abbiamo trovato” al Comune: contenziosi, debiti, opere irrealizzabili e progetti fermi da anni. Per passare ai fondi regionali e europei “scomparsi”, chiudendo con le spese fuori controllo impiegate per fini diversi da quelli dovuti. E una città dell’impresa, quella della Vetreria di Pirri, diventata «museo dell’impresa». Tutto questo, secondo il sindaco Massimo Zedda è «l’inquitante anticamera del danno erariale». La caccia al tesoro, se per tesoro s’intende l’eredità della Giunta Floris, del primo cittadino e del suo staff è appena all’inizio. Ma ieri, nel corso della presentazione al consiglio comunale delle dichiarazioni programmatiche della consiliatura, Zedda ha attaccato duramente l’esecutivo targato centrodestra, nel capitolo che si intitola “Quel che abbiamo trovato”, mettendo a fuoco tutti i cattivi esempi della passata gestione del Comune. Lungo l’elenco delle occasioni sprecate. Non esiste il pul (piano di utilizzo dei litorali, senza il quale sono stati dichiarati abusivi e poi buttati giù, i baretti del Poetto), il piano particolareggiato del centro storico, il piano del colore, il piano strategico di area vasta (nonostante oltre 1 milione e 100 mila euro speso per la redazione didue piani strategici). Il puc (piano urbanistico comunale) non è mai stato adeguato al Ppr (piano paesaggistico regionale) bloccando la pianificazione del territorio. «Valga per tutti», ha detto Zedda, «l’esempio di Sant'Elia, dove, persa l’occasione del grande progetto di riqualificazione di tutta l’area, restano solo gli interventi sulle palazzine del borgo vecchio, una porzione della passeggiata e il progetto del porticciolo per la piccola pesca, finanziato solo in parte: si corre il rischio», conclude, «di aprire cantieri infiniti con risultati parziali, progettualmente inadeguati ». C’è poi il tasto dolente delle periferie «la Cagliari più trascurata e umiliata ». Il primo cittadino denuncia l’abbandono del patrimonio immobiliare comunale di edilizia popolare, anni di interventi legati alle logiche dell’emergenza. Il risultato? Quartieri degradati strutturalmente e culturalmente: palazzine, spazi comuni, strade, marciapiedi e piazze trascurati, con pochi o nulli presidi sociali. Unasituazione che avutocomeconseguenza la ghettizzazione di intere categorie sociali sempre più marginalizzate e bisognose di attenzione. L'esempio è quello del quartiere di San Michele. Nel mirino del primo cittadino anche l'impianto regolamentare «carente, obsoleto, scarsamente trasparente e privo di individuazione di responsabilità, strumenti di controllo ». Come la gestione del suolo pubblico, talmente contradditorio da creare danni a imprese e cittadini. E poi l’affondo: «Dal primo giugno a oggi l'immagine calzante è quella del coniglio dal cilindro», ha spiegato Zedda, «dal nostro, di cilindro, vengono fuori contenziosi e debiti, opere irrealizzabili, progetti fermi da anni, mancate rendicontazioni di fondi regionali per le quali è scaturito il definanziamento di importanti opere, situazioni che costituiscono l'inquietante anticamera del danno erariale, spese fuori controllo impropriamente destinate a fini e obiettivi diversi da quelli dovuti, una città dell'impresa che è un museo all'impresa che fu e non sede dell'impresa che sarà. Come i conigli dei vecchi maghi», ha aggiunto, «alcuni, come i fondi regionali ed europei per la città, spariscono, altri si moltiplicano ogni giorno e spesso più volte al giorno».Come i 10 milioni di euro i debiti fuori bilancio trovati all’insediamento. «Dadove viene questa eredità?», si è chiesto il primo cittadino nel passaggio centrale del suo discorso, «dall' incapacità di scegliere edi individuare le priorità per una visione complessiva della città, dalla non volontà di assumere un impegno etico per Cagliari. O meglio: dalla volontà di scegliere solo per una parte della città. Segno tangibile e visibile di questo colpevole immobilismo è quello che abbiamoereditato, che voi tutti avete di fronte agli occhi, e che», conclude, «abbiamo iniziato ad affrontare in questi primi cento giorni». Dopo aver espresso la preoccupazione per i tagli in arrivo (10 milioni di euro nei prossimi due anni, oltre al divieto di ricorrere agli avanzi di bilancio degli anni precedenti, per colpa del patto di stabilità), il sindaco ha annunciato il proprio programma. Tra i punti salienti: un piano di edilizia popolare e al recupero degli immobili del Comune (entro due anni tutti gli uffici pubblici saranno collocati negli uffici comunali, azzerando le locazioni passive), la riapertura del parco di Tuvixeddu (con la riorganizzazione del canyon). La metroleggera da piazza Matteotti a piazza Repubblica e l’estensione delle corsie preferenziali per i bus. Ancora: il registro per le unioni civili e il nuovo campo rom. Il primo cittadino ha chiuso la porta all’ipotesi di nuovi centri commerciali in città e ha detto sì all’introduzione di un «contributo legato al soggiorno in città dei turisti».Eproprio sul contributo sui turisti ha presentato una mozione il consigliere Udc Paolo Carta. Mozione che è stata respinta dall’aula al termine delle dichiarazioni di Zedda.

«Da dove arriva questa eredità? Dalla volontà di scegliere solo per una parte della città»

Tra le occasioni perse la riqualificazione di Sant’Elia. Periferie senza presidi sociali e cittadini “ghettizati”