Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Chioschi, è davvero finita via i primi pezzi oggi la chiusura

Fonte: Sardegna Quotidiano
26 settembre 2011

Poetto

 

IN SPIAGGIA In alcuni baretti già partiti i lavori di demolizione, questa settimana dedicata alle parti esterne, dalla prossima arriva la gru. Ma c’è chi resta in piedi: «Regole uguali per tutti»

Il cielo grigio non aiuta. Nell’ulti - ma domenica di vita dei chioschi al Poetto c’è un’aria da fine di un’era. Venticinque anni di storia cagliaritana che da ieri hanno iniziato a perdere pezzi. Via il palco del Corto Maltese alla settima fermata, via il gazebo del Calypso, i primi cumuli di macerie che compaiono al Fico d’India, un nastro bianco-rosso alla Lanterna Rossa: i titolari hanno deciso di anticipare di un giorno lo smantellamento. Per gli altri, dodici dei tredici che hanno ricevuto il benservito dal Comune, l’inizio della fine è fissato per oggi. I baretti saranno chiusi al pubblico e recintati. Sui camion durante la settimana saranno caricate merci, sedie, tavoli, ombrelloni e allestimenti esterni. Dal primo ottobre si fa sul serio: una ruspa di 200 tonnellate porterà via, uno a uno, i blocchi di cemento armato, cuore dei chioschi.

LE PREOCCUPAZIONI « Trent ’anni di vita mi stanno portando via, trent’anni»: all’anagrafe è Maria Assunta Cabras. Dietro il bancone del Palm Beach, per tutti, è signora Maria. Saluta i clienti, assidui e occasionali, e a ognuno spiega una parte della storia: «Domani chiudiamo... Ma come è possibile che io avessi la concessione e di colpo non ce l’ho più?...Ci hanno minacciato, hanno detto che mandavano le ruspe... Perché noi dobbiamo buttare giù tutto e invece quegli altri possono stare in piedi? Sono anche arrivati dopo».

PIÙ O MENO SUPERSTITI Già, gli altri: quattro chioschi e mezzo che vanno avanti. L'Emerson e l'Iguana hanno una concessione edilizia del Comune. I proprietari si sono sempre fatti forti della licenza, ma non è detto che li renda immuni da qualche provvedimento nel breve periodo. Le Palmette alla prima fermata, poi: c’è una sentenza del Tar che congela l’iter della demolizione. E ancora, l'Oasi, che per ora ha ottenuto la sospensiva dell'ordinanza di sgombero. Il mezzo è l’Otium, il primo della spiaggia: già smontato e ricostruito a metà, ma la concessione scade il 31 ottobre. Potrebbe avere, come gli altri che sopravvivono, vita breve. Intanto c’è chi cerca di capire come sia stato possibile il rilascio di una concessione edilizia sulla sabbia.

LA COOPERATIVA «Anche noi, ovviamente, in passato abbiamo chiesto le licenze per costruire, ma non ce le hanno date»: Sergio Mascia è presidente della cooperativa Poetto Service. È lui, da anni, a trattare con il Comune sul destino dei chioschi. Dice che non è il momento delle polemiche. Di figli e figliastri non parla, ma affida ai numeri la sua visione della realtà: «La giunta ha deciso di demolire 13 chioschi, 12 lo faranno con le loro risorse (il Golden Beach aspetta), ma i baretti sono di più. E uno degli altri da solo occupa una superficie superiore a quella di tutti i nostri messi assieme. Quello che chiediamo è un trattamento uguale per tutti», spiega, «che abbiamo scelto un percorso di legalità ».

INCERTEZZE SUL FUTURO Certo, i prezzi in alta stagione erano alti. Vero, lo scontrino arrivava, ma non sempre. Di sicuro gli abusi, come stabilito dalla Procura, ci sono. Ma adesso che tutto sta per essere azzerato che succederà l’estate prossima? Autunno e inverno, questo è certo, passeranno senza chioschi. Dal primo marzo però, gestori e Comune sono d’accordo, al Poetto spunteranno delle costruzioni in legno provvisorie e amovibili. Per otto mesi sostituiranno i baretti. In attesa del Piano per il litorale che detterà le regole. «Intanto», chiude e saluta Mascia, «scompare un pezzo di storia cagliaritana. Come fu per i casotti ». Enrico Fresu enrico. fresu@ sardegnaquotidiano. it