Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

«Faremo rispettare le regole»

Fonte: Sardegna Quotidiano
26 settembre 2011

Cultura

 

numeri

3 I centri d’arte che tornano da subito sotto la gestione del Comune: lo spazio Search, il Palazzo di Città e la Galleria dello Sperone. 7 Le strutture gestite dal consorzio Camù: una ritorna al Comune, tre saranno messe a bando subito e altre tre saranno riassegnate alla fine del 2012.

 

LA DELIBERA La Giunta Zedda ha rivoluzionato la gestione dei centri d’arte comunali. I GESTORI Bocche cucite al consorzio Camù. Morgan Cera ( Sant ’Elia 2003): «Il Comune non abbandoni i più piccoli»

L’ASSESSORE «Basta con gli affidamenti diretti e via libera a bandi trasparenti». Verifiche anche sulle attività in corso

 L’anno zero della cultura in città parte da una motivazione che in fondo è semplice. «Come abbiamo assicurato fin dalla campagna elettorale e come stiamo dimostrando in questi primi mesi, intendiamo puntare sul rispetto delle regole», chiarisce l’assessore Enrica Puggioni, «e la delibera approvata dalla Giunta sui centri d’arte va esattamente in quella direzione ». Stop, quindi, agli affidamenti diretti e via libera a «procedure di bando trasparenti» per assegnare a soggetti terzi quei centri d’arte (Torre dell’Elefante e di San Pancrazio, cripta di Santa Restituta, Villa di Tigellio, Grotta della Vipera, Ex Vetreria, Villa Muscas, Teatro civico, Piccolo Auditorium) che l’amministra - zione per ora non intende gestire direttamente (come invece lo spazio Search, Palazzo di città, la Galleria dello Sperone e la Passeggiata coperta). Non solo. L’assessore ha intenzione di verificare fin da subito che «le attività in corso rispondano esattamente alle convenzioni sottoscritte con l’amministrazione», affinché quella della piena legalità non sia «una regola solo per il futuro». E i diretti interessati? Per ora, aspettano la rivoluzione con le bocche cucite. A cominciare dal consorzio Camù (Centri d’Arte e Musei), il più colpito dal nuovo corso, che prima di commentare vuole vedere nero su bianco anche le virgole della delibera. «Abbiamo letto cose già sentite in passato e finché non vediamo con i nostri occhi i testi non ci esprimiamo », dicono dal Consorzio. «La delibera ancora non c’è, quindi non possiamo dire granché», conferma Alessandro Piludu della cooperativa Il Ghetto, che gestisce l’omonimo museo e fa parte di Camù. «Molto dipende da cosa si scriverà nei bandi - aggiunge -. Noi resteremo fino alla fine del 2012. Poi, se ci sarà una gara, parteciperemo e, se perderemo, torneremo sul mercato». Meno fatalista il collega Morgan Cera, preoccupato per le sorti della cooperativa Sant’Elia 2003, che da anni si prende cura del Lazzaretto. «Non ho idea di cosa accadrà nel 2012, quando finiranno i finanziamenti regionali - dice il presidente - però so che una realtà come la nostra non ha la forza economica per reggere l’urto del mercato e davanti a una gara rischia di affondare insieme a dieci buste paga. Forse il Comune, per alcuni centri, dovrebbe pensare di impegnarsi direttamente evitando di far mancare da un giorno all’altro il suo sostegno». E per qualcuno che si preoccupa per i prossimi mesi, c’è qualcun altro che rischia letteralmente di sparire. La Itinerarte srl, ad esempio, con il nuovo corso perde le due Torri, la cripta di Santa Restituta e lo spazio Search, mentre la cooperativa sociale Blu Pegaso, protagonista in città negli anni dell’amministrazione Floris, deve laciare la Galleria Umberto I (dove nel 2008 il presidente Gianrico Cappai aveva tentato di organizzare una festa danzante per centinaia di giovani), il Palazzo di città e la Galleria dello Sperone (che il Comune ha deciso di seguire direttamente «sulla base di uno studio di fattibilità e sostenibilità »). Per loro, la rivoluzione dell’arte, è un colpo di spugna. Lorenzo Manunza