Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Gli sbandati all'Ex Marino

Fonte: L'Unione Sarda
26 settembre 2011

POETTO. Degrado e rifiuti nel rudere che dovrebbe essere centro benessere

Frau: «Entro sei mesi sbloccheremo il progetto»

Il Poetto a settembre è una meraviglia. I ragazzini chiassosi sono a scuola, l'acqua è una tavola, la foschia è come un'ovatta. Tutto è perfetto sulla sabbia. Basta guardare sempre il mare e non girarsi mai dalla parte sbagliata. Perché il rudere dell'ex ospedale Marino è ancora lì, sfregio della spiaggia. Un orrore per cagliaritani e turisti. Il futuro dell'edificio progettato da Badas e protetto dai vincoli della Soprintendenza, che ne vieta l'abbattimento, è stato deciso anni fa: centro per il recupero di sportivi e anziani. Diciotto nulla osta non sono bastati per il recupero, manca una variante al Puc del Comune, negata dalla vecchia Giunta Floris, perché la società fiorentina Prosperius che si è aggiudicata la gara possa iniziare i lavori di recupero.
IL RUDERE SULLA SPIAGGIA Due file di recinzioni metalliche non bastano per proteggere l'ex Colonia Dux. Quelle che si affacciano sulla duna di sabbia sono state divelte. Lo spazio tra il piano terra e il primo livello è inaccessibile per una montagna di bottiglie di plastica e rifiuti di ogni genere. L'interno è per gusti forti, visto che in molti lo usano come bagno. I vandali sono riusciti ad arrivare dappertutto. Le finestre, murate, hanno un foro al centro per permettere alla luce di filtrare. Le pareti esterne sono un tazebao opera di writer acrobati che sfidano i ferri arrugginiti del cemento armato pur di colorare muri grigi.
CASA DI SBANDATI Il degrado sulla spiaggia del Poetto non si ferma al corpo principale dell'ex ospedale Marino. Quelli che un tempo erano locali di ricovero di ambulanze e attrezzature varie ora sono diventate la casa di alcuni sbandati. Niente a confronto dell'incuria in cui versa l'ex pronto soccorso. Desolante. Vetri rotti, sedie distrutte, porte scardinate. Rifiuti e rovine.
TEMPI BREVI Sbloccare la vicenda dell'ex Ospedale Marino era stato un cavallo di battaglia della campagna elettorale dell'attuale sindaco Massimo Zedda. Sino a oggi, però, solo chiacchiere. «Il mese scorso abbiamo messo a fuoco il progetto e la portata dell'intervento», afferma l'assessore comunale all'Urbanistica Paolo Frau. «Abbiamo incaricato i nostri tecnici di analizzare nel dettaglio l'opera. Il nostro obiettivo - precisa Frau - è far tornare il bene a disposizione dei cagliaritani e dei turisti. La collaborazione con la Regione, proprietaria dell'edificio, è totale». Cosa manca per risolvere il problema? «Questa settimana abbiamo in agenda un incontro con i vertici dell'assessorato regionale agli Enti locali. Sarà l'ultimo, poi la parola passerà nell'ordine alla Giunta e al Consiglio comunale per la variante definitiva al Piano urbanistico comunale». Può fissare i tempi? «Se tutto andrà nel migliore dei modi in sei mesi la vicenda dell'ex ospedale Marino sarà chiusa. Definitivamente».
Andrea Artizzu

 

Che cosa ci sarà
Una beauty farm
che darà lavoro
a 110 dipendenti
Lo studio elaborato dall'architetto Enzo Satta per conto della Prosperius (la società che si è aggiudicata la gara dopo la rinuncia della Sa&Go) prevede l'utilizzo di alcune volumetrie recuperate dall'ex pronto soccorso (un edificio di nessun valore storico, adiacente al corpo principale, da radere al suolo). Metri cubi che il progettista ha deciso di trasferire nell'ultimo piano dell'ex ospedale Marino per la realizzazione di una struttura di vetro. Rimanendo sotto la soglia delle cubature (il massimo concesso per quel progetto è di 5378 metri cubi, la Prosperius chiede il nulla osta per 5230), la società vincitrice vorrebbe realizzare alcune sale riunioni e locali tecnici nello spazio tra la strada e la facciata dell'edificio.
L'investimento è di decine di milioni di euro e darebbe lavoro ad almeno 110 persone «possibilmente tutte del posto», afferma Mario Bigazzi, titolare della Prosperius. L'edificio, che resta di proprietà della Regione, è in concessione alla Prosperius per mezzo secolo.