Il punto dolente resta il lavoro e anche il sistema degli affitti
Gli enti studiano come far incontrare i proprietari con chi cerca casa
CAGLIARI. Casa, assistenza sanitaria, scuola, lavoro: sono i pilastri di un’accoglienza civile. L’assistenza sanitaria è quasi un fiore all’occhiello perché la Asl 8 si è attrezzata per dedicare spazi e professionalità agli extracomunitari con lo scopo di rendere facile l’accesso al servizio sanitario e più veloce che si può la risposta alla domanda di salute di un immigrato. Anche delle scuole si deve parlar bene. Nonostante la magrezza dei bilanci, le scuole cagliaritane si sono organizzate per sostenere i bambini e i ragazzi che affrontano lingua, abitudini e metodi del tutto nuovi: per loro si tengono corsi integrativi (tenuti dagli stessi insegnanti) e i risultati si possono constatare di anno in anno. Il tema dell’alloggio invece è variegato: gli enti, la Provincia soprattutto, riescono a far fronte alle emergenze, ma il problema resta la possibilità di garantire una normale quotidianità a una famiglia straniera. In altre parole: il minore, la madre col minore trovano una sistemazione in strutture di accoglienza anche protette, ma è la casa per una famiglia che non si trova facilmente. Non mancano, gli appartamenti, ma è la disponibilità da parte dei proprietari che difetta. Poi ci sono gli abusi: proprietari che affittano senza contratto case a un gran numero di extracomunitari senza un minimo di comfort. Le forze dell’ordine hanno lavorato a lungo per reprimere questo fenomeno, ma è sempre presente. Provincia e Comune studiano adesso soluzioni per favorire l’incontro legale tra offerta di appartamenti e domanda da parte degli extracomunitari. Per le madri con minore si segnala un problema: di solito vengono inviati in centri di accoglienza della Penisola perché in Sardegna non c’è modo di offrire la possibilità alla donna che cerca lavoro e di solito lo trova come cameriera nei locali di affidare il bambino a un servizio nido ecc.
Il lavoro: questione centrale e preoccupante, perché investita in pieno da una crisi senza confini e senza schiarite all’orizzonte. Il singolo caso può essere affrontato, è la massa che non è chiaro come possa trovare risposte. Scarseggia l’offerta, a fronte di una domanda che non riguarda solo gli extracomunitari.
Fin qui una breve carrellata su quello che il sistema Cagliari e dintorni offre per accogliere gli immigrati stranieri. Il sistema ha dei punti qualificanti, ma è ancora fragile.
Che cosa può succedere se dovesse far fronte a una massa impegnativa per i numeri e difficile per le problematiche di ciascuno dei suoi componenti? Al di là dei problemi di ordine pubblico, che riguardano solo una minima parte degli extracomunitari, c’è una questione centrale sull’immigrazione, che non è ancora diventata oggetto di azione politica in tutte le amministrazioni.