Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Tuvixeddu Il sipario si alza sul processo

Fonte: Sardegna Quotidiano
20 settembre 2011

Antiche tombe trasformate in deposito per attrezzi, fioriere e palazzi realizzati a ridosso di beni archeologici e vincoli falsati. L’affaire Tuvixeddu entra in tribunale. Ieri mattina si è aperto il processo che stabilirà se sono stati commessi abusi nell’area della necropoli punica più importante del Mediterraneo. Sotto accusa ci sono l’ex soprintendente ai Beni Archeologici Vincenzo Santoni, l’ar - cheologa Donatella Salvi, il costruttore Raimondo Cocco, il direttore dei lavori Fabio Angius, il dirigente comunale Paolo Zoccheddu e il funzionario Giancarlo Manis. Tutti sono stati rinviati a giudizio lo scorso giugno e devono rispondere a vario titolo di reati che vanno dall'abuso d'ufficio, falso e abuso edilizio.

L’udienza ha affrontato solo le questioni preliminari sollevate dagli avvocati Michele Loi (per Salvi) e Benedetto Ballero (per Cocco e Angius): la costituzione di parte civile della associazioni ambientaliste “Amici della terra” e “Gruppo di intervento giuridico” e i compiti di polizia giudiziaria affidati alla Forestale. Questioni sulle quali la prima sezione penale, presieduta da Mauro Grandesso, si pronuncerà il prossimo 21 novembre. Già fissate le udienze per il 12 e 19 dicembre, durante le quali si dovrebbe entrare nel merito dei presunti abusi compiuti sul colle di Tuvixeddu. Sono tre le vicende finite al centro dell’inchiesta condotta dal pm Daniele Caria: tra tutte spicca la seduta del 21 febbraio 2007 della commissione Paesaggio, in cui Santoni (difeso dall’avvocato Pierluigi Concas) avrebbe falsamente attestato che alcune tombe rinvenute dopo il vincolo imposto nel 1997 erano all'interno dell'area già vincolata.

Una seduta in cui, per di più, l'ex sovrintendente non si era astenuto, nonostante la figlia Valeria lavorasse come progettista delle opere pubbliche nelle aree di Tuvixeddu- Tuvumannu per conto della Nuova Iniziative Coimpresa, la società del gruppo Cualbu che stava realizzando edifici nella zona del colle. Un’asten - sione a cui era obbligato dalla legge. Santoni e Salvi sono accusati anche di aver concesso le autorizzazioni per costruire dei palazzi a Sant’Avendra - ce, edifici che avrebbero compromesso la prospettiva, la luce, le condizioni di ambiente e di decoro di alcuni sepolcri.

Con loro sono accusati anche il costruttore Cocco e il direttore dei lavori Agius. A loro è contestato anche l’aver usato le tombe a camera e delle altre strutture archeologiche come deposito di materiali edili, pedane, tavolini in legno e di aver anche appoggiato sulle pareti e coperture delle tombe un ponteggio fissato alla parete rocciosa. L’ex sovrintendente assieme all’archeologa, al dirigente Zoccheddu (difeso dagli avvocati Mariano e Massimo Delogu) e al funzionario Manis (difeso dall’avvocato Massimiliano Ravenna) sono invece accusati di aver autorizzato la realizzazione di aiuole in pietra a gradoni larghe quattro metri, proprio a ridosso dell’area sepolcrale. Di due piramidi tronche alte tre metri, questa volta sul alcune tombe ma anche una rampa, dei terrazzamenti e dei muri in pietra nell’area del Colle dei Punici. Maddalena Brunetti redazione@ sardegnaquotidiano. it

COMUNE ZEDDA CERCA DI REALIZZARE IL PARCO

Il sindaco Massimo Zedda lo ha detto chiaramente: per il Comune la realizzazione del parco archeologico è una priorità, non si può perdere tempo perché l’area archeologica è degradata. Per questo ha incontrato l’imprenditore Gualtiero Cualbu di Coimpresa, che sta realizzando la lottizzazione al centro delle polemiche. Lo ha fatto dopo aver aperto il tavolo con la Regione in un vertice col presidente Cappellacci. Con viale Trento è stato trovato un accordo per la realizzazione del parco e per la gestione del problema della strada, quella che sarebbe dovuta passare nel canyon del colle e avrebbe anche dovuto, nel progetto originiario, far abbattere parte del liceo Siotto. Il solo fatto di essersi seduto con il “dia - volo”Cualbu ha fatto scatenare contro il sindaco gli strali degli ambientalisti, o una parte di essi. C’è chi, come l’ex assessore soriano Maria Antonietta Mongiu (più tecnica-politica che ecologista) si è detto addolorato per aver dovuto assistere a quella scena. Zedda però ha già dichiarato che su Tuvixeddu la linea è chiara: si risolve il problema.