Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La difesa attacca il Corpo Forestale

Fonte: La Nuova Sardegna
20 settembre 2011



«Illegittime» le indagini condotte sul caso Tuvixeddu




CAGLIARI. Subito una mitragliata di questioni preliminari dai banchi della difesa e un attacco diretto alle indagini della Forestale per mettere in chiaro una cosa: non sarà un dibattimento alla camomilla quello che si celebra in tribunale contro i sei tra dirigenti statali, funzionari e imprenditori mandati a giudizio a conclusione dell’inchiesta condotta dal pm Daniele Caria sui presunti abusi commessi sul colle di Tuvixeddu. L’avvocato Benedetto Ballero ha rilanciato per la terza volta la richiesta, finora sempre respinta dai giudici, di dichiarare illegittime le indagini svolte dal nucleo investigativo del Corpo Forestale, mentre il fronte difensivo si è schierato compatto contro l’ammissione come parti civili delle associazioni ecologiste Gruppo di Intervento giuridico e Amici della Terra. Il presidente Mauro Grandesso - coi giudici Carlo Renoldi e Alessandra Angioni - ha preso tempo per decidere: il 21 novembre dirà se le questioni sono fondate o no, il 12 dicembre si partirà con la testimonianza del commissario della Forestale Fabrizio Madeddu.
La vicenda giudiziaria è ormai nota e ruota attorno alla grande necropoli punico-romana di Cagliari, al centro da anni di una furibonda controversia amministrativa e politica: per la realizzazione di muraglioni difformi dal progetto attorno all’area sepolcrale di Tuvixeddu - dove il Comune era impegnato nel 2008 ad allestire un parco pubblico - devono rispondere di varie contravvenzioni Donatella Salvi, l’archeologa della sovrintendenza che doveva vigilare sui lavori, il dirigente comunale per l’area gestione del territorio Paolo Zoccheddu, l’ingegnere del servizio pianificazione del territorio Giancarlo Manis e il direttore dei lavori Fabio Angius. La Salvi è imputata anche di concorso in abuso d’ufficio con l’ex sovrintendente archeologico Vincenzo Santoni per aver autorizzato l’impresa Cocco a realizzare un palazzo - in seguito demolito - praticamente su una parte della necropoli punica, oscurando tombe e reperti. Per quello stesso palazzo è sott’accusa il costruttore Raimondo Cocco, mentre Santoni è accusato di un secondo abuso d’ufficio e di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale per la vicenda dei vincoli per notevole interesse pubblico che la giunta Soru aveva imposto sull’area del colle: il sovrintendente, che faceva parte di diritto della commissione regionale per il paesaggio - poi dichiarata illegittima dal Tar e dal Consiglio di Stato - avrebbe attestato falsamente nella seduta del 21 febbraio 2007 che tutte le sepolture scoperte dopo il 1997 si trovavano all’interno dell’area vincolata e che nulla era cambiato dalla firma degli accordi di programma Regione-Comune-impresa privata nell’estate del 2000, affermazione smentita dalle associazioni ecologiste e culturali, da altri archeologi e infine dal Consiglio di Stato nella sentenza di aprile 2011 che ha bloccato l’edificazione del colle punico e confermato la legittimità del vincolo regionale. Santoni fu il solo ad opporsi alla nuova tutela che l’amministrazione Soru intendeva imporre su Tuvixeddu e decise di votare malgrado la figlia Valeria fosse stata assunta come ingegnere dalla Nuova Iniziative Coimpresa, titolare del progetto edificatorio che l’iniziativa del governo regionale metteva in forse. La Salvi con Cocco e Angius sono accusati infine di aver omesso provvedimenti per impedire la costruzione di opere abusive.
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Benedetto Ballero, Massimiliano Ravenna, Pierluigi Concas, Mariano Delogu, Massimo Delogu, Michele Loy e Agostinangelo Marras. (m.l)