Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rivolta in via La Somme

Fonte: L'Unione Sarda
20 settembre 2011

Cassonetti per strada e traffico bloccato da decine di residenti


 


«Viviamo in condizioni disperate, ora basta»
Vedi la foto
«Se il sindaco Massimo Zedda non verrà da noi ad ammirare il degrado in cui siamo costretti a vivere da anni, faremo le barricate in strada e bloccheremo il traffico in segno di protesta perché non ce la facciamo più a vivere tra topi, blatte, rifiuti, calcinacci e transenne».
I residenti di via La Somme lo avevano annunciato alcuni giorni fa e ieri pomeriggio dalle parole sono passati ai fatti. Stufi di ascoltare promesse mai mantenute e di attendere invano la ristrutturazione delle loro case che ormai cadono a pezzi, sono scesi in strada e hanno scatenato il la protesta.
LA RIVOLTA Alle 17 decine di donne hanno spinto al centro della strada sette cassonetti (tre normali, uno per il vetro e altrettanti per la raccolta di plastica, carta e umido) realizzando una barriera stradale all'angolo con via Podgora. Il traffico è andato subito in tilt e non sono mancati i battibecchi tra i manifestanti (anche anziani, bambini e donne incinte) e i malcapitati automobilisti rimasti imbottigliati. Le forze dell'ordine non sono intervenute, nonostante le numerose chiamate. Un medico intrappolato nel traffico ha minacciato un esposto alla Procura. Ma non è servito. Tra i cassonetti non è stato aperto alcun varco.
«QUESTA È UNA GUERRA» «Ci sentiamo in guerra», ha urlato Silvio Pinna, portavoce dei residenti, «la precedente Giunta non ha fatto niente e anche la nuova è latitante. Alle prossime elezioni non voteremo». Tanti i problemi che hanno portato gli abitanti all'esasperazione: topi, blatte, infissi deteriorati, condutture idriche e fognarie vetuste, balconi e tetti pericolanti, impianti elettrici con fili scoperti, infiltrazioni d'acqua, chiazze di muffa.
I DISAGI IN CASA «Viviamo in nove in 45 metri quadri, non ce la facciamo più», si è sfogata Maria Bonaria Frau, residente nella vicina via Laghi Masuri, «resteremo qui a oltranza, anche con la pioggia». Arrabbiata anche Claudia Pisano (via La Somme). «Siamo in sette, condividiamo due camere e un bagno. Quando il Comune ci diede questa casa, due anni e mezzo fa, non c'erano neanche le porte. Le abbiamo messe noi. Ho tre figli e sono in attesa del quarto, si dovrebbero vergognare». Rincara la dose il portavoce Pinna. «C'è un'anziana allettata di 91 anni che vive con un ponteggio in casa e un'altra di 89 anni con 17 figli e i pavimenti incrinati. Zedda deve venire a vedere e deve darci case in grazia di Dio». L'ingresso di via La Somme è circondato da striscioni contro il Comune, proprietario delle case. In uno c'è scritto: “I profughi siamo noi, grazie Comune”.
Paolo Loche