Rassegna Stampa

Sardegna 24

Bomba ecologica al campo nomadi

Fonte: Sardegna 24
19 settembre 2011

Cumuli di rifiuti tossici davanti al quartiere degli zingari. Nel vuoto l’allarme Asl: veleni pericolosi prodotti dai roghi dei pneumatici e delle batterie delle auto

di ENNIO NERI e.neri@sardegna24.net

C’è una bomba ecologica alla periferia della città. Montagne nere di polveri tossiche, residuo del rogo di batterie d’auto e pneumatici, svettano alle porte del campo nomadi sulla 554. Unaminaccia per la salute degli abitanti del campo (e non solo) che fa passare in secondo piano tutti gli altri problemi che affliggono il quartiere dei rom come le strade disastrate, le fogne a cielo aperto e le legioni di grossi ratti che di notte prendono coraggio e si spingono fin dentro le baracche e i camper in cerca di cibo.Insomma, aunanno dalla denuncia della Asl al campo romnon è cambiato nulla. Anzi. Quella dei rifiuti tossici, è l’ultima sorpresa per la commissione Politiche sociali, che appena qualche giorno fa ha effettuato un sopralluogo per verificare le condizioni del campo. Le auto dei consiglieri da viale Monastir, svoltano in via Ticca e scavalcano il ponte sul rio Fangario, attraversano uno sterrato, pieno di macerie e amianto e arriva prima al parcheggio (in una discarica privata) dei furgoni dei nomadi. Infine poi al campo vero e proprio, qualche migliaio di metri quadrati inuna zona depressa tra viale Monastir e la Grande circonvallazione della 554, di proprietà comunale e in parte dell’Anas. Ai commissari vengono subito i capelli dritti. Dai tubi scorre un fiume d’acqua che passa davanti alle case, scava fossi nella strada per la gioia dei topi grossi come conigli che si abbeverano al fiumiciattolo. Ovunque spazzatura, fango, erbacce, macerie e topi morti. In mezzo giocano i bambini, coi vestiti o senza e circolano galline e gatti.Eci sono le contraddizioni. I bimbi che giocano con la playstation, l’oro al collo delle donne e nei sorrisi degli anziani e la Mini Cooper parcheggiata davanti a una baracca. Nel campo abitano 147 persone (tra i quali una cinquantina di minori). Due i clan: i Suleimanovic e gli Ahmetovic. Si detestano reciprocamente e le esplosioni di violenza non sono rare. I primi sono in maggioranza, i secondi sono molti di meno vivono nella parte del campo a rischio idrogeologico. Nessuno degli adulti ha un’occupazione stabile. «Viviamodel commercio del metallo », spiega unnomadealla commissione, «e guadagnamo circa 30/40 euro a giornata. Troppo spesso i Vigili ci sequestrano i furgoni: scrivetelo per favore». I nomadi chiedono al Comune di approvare il progetto di recupero del campo, per non perdere il finanziamento regionale di oltre 200 mila euro che dovrebbe servire a costruire abitazioni decorose e a sistemare strade e fogne.