Rassegna Stampa

Sardegna 24

La rivolta di via Podgora

Fonte: Sardegna 24
19 settembre 2011

Gli abitanti del quartiere popolare scendono in strada: vivono in case fatiscenti e malsane Passate le elezioni, torna la protesta. In via La Somme è già aria di mobilitazione, con striscioni e abitanti pronti a scendere in strada. Le scritte sui lenzuoli ai balconi: “I profughi siamonoi”; “La vergogna di Cagliar i , g r a z i e g i u n t a ” ; “Abbandonati a noi stessi”, parole scritte con lo spray nero che trasmettono la rabbia. Siamo nel popoloso (e popolare) quartiere di San Michele, a due passi c’è la chiesa della Medaglia Miracolosa. Quel dedalo di strade conosciutocomevia Podgora. Alcune palazzine sono state ristrutturate esternamente negli ultimi anni, o meglio, è stata data loro una nuova colorazione, altre sono ancora in attesa che il Comune intervenga. Un quartiere nato negli anni ‘60 e mai veramente recuperato se non da lavori provvisori puntualmente programmati e realizzati in prossimità delle scadenze elettorali. E se all’esterno le palazzine di viaLaSommeoffrono la peggior immagine dell’edilizia popolare italica e dei disastri della politica abitativa, all’interno, nelle abitazioni, non si sta meglio.

Oltre un anno fa le azioni di protesta con gli abitanti che avevano occupato le impalcature a seguito dello stop dei lavori dell’impresa napoletana DiVieto che avrebbe dovuto realizzare le ristrutturazioni delle facciate, lavori eseguito solo in parte. Poi la mediazione dell’assessorato ai lavori pubblici del comune, attraverso il passaggio di consegne a un’altra ditta, la Grs. Passata la sbornia delle Comunali, che da queste parti significa processione di candidati con immancabili promesse, tutto è tornato come prima. Le case continuano a restare fatiscenti e dagli uffici comunali non ci sono risposte. Ieri sono riapparsi gli striscioni e le proteste, unesposto denuncia con decine di firme, primi vagiti di una tensione che potrebbe sfociare anche nell’occupazione della strada e in altri atti clamorosi, come annuncia un abitante, che trasuda rabbia e comincia ad elencare i candidati che qui hanno preso voti e ora nemmeno rispondono al telefono. «Denunciamo il grave stato di abbandono in cui le famiglie sono costrette a vivere», dice uno dei promotori della protesta, Sergio Pinna. Nessuna esagerazione: la situazione è davvero grave. Le case sono malsane, gli intonaci cadono, le condutture idriche e fognarie da sistemare, balconi e tetti pericolanti. Senza parlare delle infiltrazioni d’acqua e dei cavi elettrici pericolosamente scoperti oltre agli immancabili topi e scarafaggi che fanno da contorno.Untour nel quartiere: inunattimo tanti si avvicinano e raccontano le loro piccole storie: «Siamo cittadini di serie B», «Qui hanno montato i ponteggi senza far nulla, oppure per fare alcuni inutili interventi», «Visto che l’ex sindaco Floris ci ha fatto solo promesse, ora confidiamo in Zedda,maper ora si sta interessando solo di Sant’Elia e dei baretti ».

Al civico 3 di via La Somme: unapiccola casa, trenta metri quadri massimo, un figlio e una madre anziana disabile . Murisenza intonaco con mattoni in vista, umidità e una trave a sostenere un soffitto che rischia di travolgerli. Si avvicina qualche altro vicino. Tutti a scendere in piazza per rivendicare il diritto di vivere in condizioni normali. Qualcuno minaccia di non pagare l’affitto al Comune, mentre di andare a votare neanche se ne riparla più. Tra qualche giorno passerà in questi vicoli anche la processione, non quella elettorale, ma della Medaglia Miracolosa. Forse l’ultima entità a cui realmente affidarsi per veder ristrutturare le proprie dimore. Nicola Montisci