LUNGOMARE Ultimo weekend d’estate per i baretti, l’anno prossimo potrebbero non esserci dopo la demolizione. I bagnanti: se li abbattono devono essere pronti a ricostruirli. Poca fiducia tra i titolari. Chiesta un’accelerata al Comune sul Pul
Addio estate, addio chioschi. Migliaia di persone ieri hanno approfittato del bel tempo per andare a prendere forse l'ultima tintarella, di sicuro è stata l'ultima domenica d'estate (almeno secondo calendario, ma anche le previsioni meteo sembrano sulla stessa linea) e forse anche l'ultima con i baretti al Poetto. A breve 13 delle 18 strutture verranno demolite: lo ha deciso la giunta comunale. Sono abusivi e lì non possono stare. E solo quando verrà approvato il piano di utilizzo del litorale, potranno essere ricostruite. E sui tempi di approvazione in consiglio comunale non c’è nessuna certezza. Un punto di ritrovo per molti giovani e meno giovani, soprattutto d'estate, secondo alcuni l'unica attrattiva alla portata economica di tutti. Ma una cosa è certa: tutti vogliono i chioschi al Poetto, ma qualcuno teme di doverci rinunciare per sempre. «Non verranno mai ricostruiti, se li demoliranno, rimarranno abbandonati », dice Simona Pipia, mentre verso l'ora di pranzo si prepara per tornare a casa, «i titolari, che hanno investito soldi, rimarranno in mezzo alla strada«. «È giusto che vengano rifatti il prima possibile, ma soprattutto che diano tutti i servizi», dice Chiara Lilliu, mentre arriva in spiaggia con la figlia, e aggiunge: «Speriamo che il sindaco Zedda porti avanti tutto ciò che ha promesso in campagna elettorale, che non siano solo parole ma anche fatti». «Farebbero bene a togliere un po' di stabilimenti anziché demolire i chioschi», dice Mario Melis, mentre va via dalla sesta fermata insieme alla fidanzata, «il Poetto sta morendo, l'ospedale Marino è abbandonato da anni e non hanno mai fatto niente, c'è sempre in mezzo la solita mafia italiana». «Sarà una grande carenza per quanto riguarda l'erogazione dei servizi», dice Massimiliano Musanti, mentre torna in spiaggia dopo aver comprato una bibita, «mi auguro che li ricostruiscano, ma ho i miei dubbi». «Se l'amministrazione mi dà un posto di lavoro, io sono disposto a lasciare tutto», ironizza Gabriele Amerio, titolare del chiosco “Il Nilo”, «ma forse sono un po' troppo vecchio. È solo questione di giorni e poi inizieranno le demolizioni. Il sindaco ci ha promesso che entro l'estate prossima le nuove strutture saranno pronte, io vivo di questo, se i tempi si allungano siamo nei guai». Secondo Mosè Manca, assiduo frequentatore della settima fermata, «è giusto rifarli, ma le cose devono essere fatte bene, ora sono troppi e sono disordinati», «dove andiamo a prenderci il caffè se non li rifanno?», si domanda la moglie. «Sono molto arrabbiata», sbotta Cinzia Deidda, mentre arriva in spiaggia insieme a un'amica, «non li devono toccare, a chi interessa questa demolizione? Cosa c'è dietro?», si domanda , «così ammazzano il Poetto, li devono lasciare come sono, dove andiamo altrimenti d'estate? Gli altri locali in città sono molto cari, almeno qua i prezzi sono alla portata di tutti». «Vent'anni fa mi sono venduto la casa per comprarmi questo chiosco, è la mia vita», dice sconsolato Gigi Atzori, titolare del chiosco “Arama - cao ”, «sono pronto a demolirlo e a rifarlo a spese mie, ma prima dovranno approvare il Pul, e chi ci crede che lo approvano?», si domanda, «nel frattempo continuerò a pagare tutto e forse mi riposerò, sapevo che prima o poi sarebbe accaduto ma se siamo arrivati a questo punto non è colpa nostra».
Monica Magro redazione@ sardegnaquotidiano. it
COMUNE L’ATTESA PER L’APPALTO CHE DARÀ IL VIA ALLA DEMOLIZIONE n Le linee guida per il piano urbanistico del litorale dovrebbero essere pronte entro la fine del mese. La promessa è dell’assessore all’Urbanistica Paolo Frau, che ha messo al lavoro sulla vicenda gli uffici competenti. Solo con lo strumento urbanistico i chioschi potranno essere ricostruiti, ma i tempi per l’approvazione definitiva potrebbero essere lunghi e far slittare i lavori a dopo l’estate prossima. C’è attesa, comunque, per l’indizione della gara che dovrebbe individuare le imprese che dovranno provvedere all’abbattimento. Quattro per quattro cantieri di lavoro, che butteranno giù 13 chioschi su 20 (anche se il Comune, nella delibera di giunta, ne conteggia 18). La determinazione dirigenziale che avrebbe dovuto bandire l’appalto era attesa per la settimana scorsa.ma forse si preferisce che i titolari faccuiano da sé, smontando tutto.