Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Un Consiglio dei cittadini»

Fonte: L'Unione Sarda
19 settembre 2011

INTERVISTA. Il presidente dell'Assemblea civica parla di tagli e cambiamenti

 

«Sogno una svolta etica che parta dai consiglieri» Auspica una svolta etica nei rapporti tra amministrazione e cittadini che parta dal Consiglio comunale e passi attraverso una modifica dello Statuto, che diventi la “Carta dei cittadini”. Anche per questo ha chiesto a tutti i rappresentanti dei Comuni negli enti un rapporto sulla loro attività negli ultimi due anni. «Non invento nulla, lo prevedono le regole».
Alla seconda consiliatura in via Roma, Ninni Depau, 60 anni, bancario in pensione, prova a non farsi sfuggire l'opportunità di cambiare prassi politiche che ha combattuto dai banchi dell'opposizione. Ma non vuole fare quello che «io sono bravo e gli altri hanno sbagliato tutto». Anzi, da teorico dell'unità (del suo partito) ambisce a coinvolgere maggioranza e opposizione, almeno sulle scelte “alte”.
Lei ha accennato più volte a un nuovo codice etico dei rapporti Comune-cittadini. Che cosa intende?
«Si è diffuso un sistema per cui un cittadino se ha bisogno di far passare una pratica in Comune si rivolge a un consigliere. Dunque un servizio dovuto diventa un piacere da restituire. Dobbiamo cambiare questa prassi».
Progetto irrealizzabile soprattutto se l'amministrazione non offre servizi impeccabili.
«Dobbiamo essere i primi a dare l'esempio. E coinvolgere i cittadini con argomenti forti».
Quali?
«Penso ai rifiuti, che “mangiano” un quarto del bilancio comunale e per i quali i cittadini pagano una delle tasse maggiori in Italia. Se si migliora la differenziata si abbassano i costi e tutti sono indotti a comportamenti più responsabili».
Ma l'esempio non è applicabile ad altri campi.
«Viviamo una crisi senza precedenti, è un'occasione per cambiare».
Non starà interpretando in modo troppo estensivo il ruolo del Consiglio?
«È vero, il Consiglio da troppo tempo è un organo di ratifica di decisioni della Giunta. In parte dipende dalla legge, in parte dal fatto che nella scorsa consiliatura Floris era in qualche modo anche il capo dell'Assemblea civica».
E che cosa è cambiato?
«Il sentire comune: i cittadini chiedono rinnovamento, vogliono partecipare di più alle scelte. Credo che davanti a questa sfida anche i consiglieri siano indotti ad essere più responsabili».
Crede che siano pronti?
«Vedo un'energia, una vitalità che prima mancava».
Che differenza coglie rispetto al passato?
«Credo in passato ci fosse assuefazione e che già il ricambio in sé determini un cambiamento. Ma vorrei si rompessero certi legami».
A che cosa si riferisce
«Ad esempio alle connessioni forti che esistono in questa città, che condizionavano molte scelte. Ora, ad esempio, rifacciamo il bando per la gestione dei centri culturali e degli immobili, si riparte dando a tutti un'opportunità».
Vuol dire che prima sono state commesse irregolarità?
«No, ma contavano più le persone che i progetti».
Magari ora conteranno di più i vostri amici.
«Non ci sono né amici né nemici ma solo il bene comune. Il sindaco non sostituendo i dirigenti ha dimostrato di non volere lo spoil system. Ha dato fiducia a chi c'era ed ha detto a tutti: lavorate liberamente. Loro si sentono meno condizionati e dimostrano le loro capacità».
Cambierete anche lo Statuto?
«Sì. Sogno una Carta dei cittadini dove le aggregazioni di ogni genere abbiano la stessa dignità delle circoscrizioni».
Le spese consiliari sono già state drasticamente ridotte, come si fa a tagliarle ulteriormente.
«Lunedì riunirò l'ufficio di presidenza e decideremo. Qualcosa si può fare. Ma auspico che oltre ai costi della politica non si taglino quelli della democrazia».
A che cosa si riferisce?
«Nell'ultima manovra hanno tagliato il difensore civico, una figura di garanzia che ritengo necessaria e vorrei reinserire».
Fabio Manca