Rassegna Stampa

Sardegna 24

Sindaci sospesi

Fonte: Sardegna 24
16 settembre 2011

 L’Anci organizza assemblee e sit-in per spiegare gli effetti della manovra del governo sulla vita degli enti locali di UMBERTO COCCO Dice Cristiano Erriu, neo presidente dell’Anci e sindaco di Santadi: «Faranno gli amministratori i pensionati, carabinieri e poliziotti andati in pensione nel pieno delle forze». «Con tutto il rispetto per la categoria, ma vorrà dire una riduzione della rappresentanza democratica e popolare, vorrà dire che gli altri si disinteressano, e un comune non più contendibile è il segno che è una istituzione morta». In qualche area della Sardegna già accade, veramente. Ma dice Erriu che se le risorse destinate ai Comuni si ridurranno del 46 per cento rispetto a quelle attuali (questo il calcolo dell’Ifel, che nei prossimi giorni farà i conti comune per comune), il fenomeno dell’amministrazione dei vecchietti si accentuerà. Ieri mattina Erriu era a Cagliari negli uffici dell’anagrafe in via Sonnino, con altri quindici sindaci, quello del paese più piccolo della Sardegna, Baradili, 90abitanti nella Marmilla ai piedi della Giara, fra gli altri. La dimostrazione indicava la possibilità teorica che i sindaci si disinteressino della gestione del servizio di anagrafe, che le amministrazioni locali svolgono per conto dello stato centrale e potrebbero rifiutarsi di garantire, con altre piccole cose significative. Ieri i sindaci hanno scioperato, e lo sciopero del sindaco è strano: l’Anci (associazione dei comuni, che organizza quasi tutti i sindaci d’Italia) aveva chiesto nei giorni scorsi di farlo ancora più strano, clamoroso. Ne ha approfittato il sindaco di Quartu, Mauro Contini, di centrodestra, che non ha scioperato e lo ha detto in una dichiarazione: «E’ uno sciopero a posteriori, non serve. E poi la sede per provare a mettere le cose a posto è l’Anci, non sono le piazze ». Così in Lombardia stanno rinculando i sindaci leghisti dopo la sgridata di Bossi, ma in Sardegna hanno scioperato anche i sindaci di centrodestra, da Iglesias a Cabras. Il sindaco (di sinistra) di Sassari Gianfranco Ganau ha aperto il cortile del municipio e si è fatto interrogare dai cittadini, fornendo loro i dati sui tagli che subirà la municipalità, altri sei milioni di euro secondo i dati dell’Ifel. Si sforzano i sindaci di mostrare la faccia dei tagli.Le grandi cifre sono note: il taglio previsto dalla manovra del governo Berlusconi per i comuni della Sardegna è di oltre 50 milioni di euro nel 2012, calcolati sul contributo complessivo di 165 milioni e dato l’obiettivo del patto di stabilità (il cui saldo è di 114 milioni) esteso anche ai piccoli comuni. Vuol dire, per Cristiano Erriu, che si fa l’ordinaria amministrazione. «E cioè si riduce ogni libertà di scelta degli amministratori, e le politiche dell’ente locale le fa lo stato com’era una volta, sotto il controllo del prefetto, del ministero dell’interno. Per questo dico che è a rischio la democrazia nelle nostre realtà locali, è a rischio la coesione sociale, e la funzione del sindaco cambia radicalmente ». L’Anci ricomincia con Erriu dopolo scontro violento nel partito (il Pd) dal quale egli stesso proviene. Il sindaco di Santadi sembra al centro di una disputa che riguarda altre cose, chi si affaccia sulla scena sarda in vista delle elezioni regionali, come si dislocano le forze in prossimità delle scadenze. Oggi alle 18.30 si riuniscono a Oristano gli amministratori del Partito democratico, con all’ordine del giornole votazioni del Consiglio delle Autonomie, organismo unitario che è strumento del consiglio regionale e chepuòdiventare di nuovo terreno di scorrerie dei partiti, come è accaduto all’Anci, nonostante lo scarsissimo potere che esercita, e nonostante i pareri che esprime non sconvolgano nessuno. Ma Erriu prova a ragionare di comuni e di politiche autonomistiche. Dice: «La Regione ha provato negli anni della giunta Soru a fare una vera politica a favore degli enti locali.Haistituito il fondo unico, cioè ha stabilito che le risorse vanno ai comuni senza vincoli sulla destinazione, senza che sia Cagliari a decidere. Ogni amministrazione decide per sé, ene è responsabile, quanto destinare alla cultura e quanto alle opere pubbliche». Ora il governo contrasta questa prospettiva, e la Regione di Cappellacci pure, tagliando a sua volta le risorse del fondo unico e insinuando forti dubbi su un’altra cratura degli anni di Soru, l’unione dei comuni. E’ un altro argomento che scotta, è stato al centro della discussione della direzione regionale del Pd l’altro giorno a Oristano, per unaposizione del centrosinistra definita «demenziale » dal sindaco di Villasimius, Tore Sanna, che ha accusato una parte del partito di avere messo in discussione per molti mesi in consiglio regionale la natura di ente locale delle unioni, riducendole ad associazioni. Così che lo strumento che sembra davvero il solo in grado di far risparmiare risorse, associando servizi fra piccoli comuni (uffici tecnici, polizia urbana, servizi finanziari etc.), rendendoli più adeguati ed efficienti, è stato per molti mesi combattuto da sinistra e da destra, sino alle dimissioni di tutti i presidenti solo da poco rientrate. Le Unioni sono di nuovo enti locali, ma con meno risorse regionali, mentre molti sindaci si sono sentiti autorizzati a cercare avventure solitarie.Macome in un deserto, follemente, nella Sardegna che torna indietro.